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Lettura: Morto Montagnier, luci e ombre dello scienziato più controverso degli ultimi anni
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Notizia

Morto Montagnier, luci e ombre dello scienziato più controverso degli ultimi anni

Emanuele Ribaudo 3 anni fa Commenta! 6
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Luc Montagnier, Premio Nobel per la medicina nel 2008 è deceduto; dopo due giorni di giallo e indiscrezioni sulle sue condizioni del biologo e virologo è arrivata la conferma della registrazione del certificato di morte presso la municipalità di Neuilly-sur-Seine, a pochi km da Parigi.

Contenuti di questo articolo
Chi era Montagnier? Dal Nobel ai No-VaxMontagnier e la pandemia del 2020

Nonostante non siano state dichiarate ufficialmente le cause della morte non dovrebbe esserci alcun collegamento con il Covid: Montagnier sembra fosse malato da tempo e a detta di uno dei suoi più stretti collaboratori, Gérard Guillaume, l’età di 89 anni e il progressivo indebolimento hanno avuto la maglio su uno dei Nobel più controversi degli ultimi anni.

Chi era Montagnier? Dal Nobel ai No-Vax

Volendo ricordare Montagnier a tutto tondo e non solo come esponente di spicco del mondo No Vax, che lo ha conosciuto proprio con l’avvento della pandemia da SARS-CoV2 salvo poi eleggerlo a totem infallibile e assoluto sulla scorta proprio di quel riconoscimento accademico, è opportuno partire proprio dall’assegnazione del Premio Nobel per la medicina nel 2008 insieme alla collega Françoise Barré-Sinoussi.

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I due scienziati, insieme ai Willy Rozenbaum, Françoise Brun-Vezinet e Jean-Claude Chermann isolarono e scoprirono nel 1983 il virus dell’HIV mentre lavoravano presso il celebre Instituto Pasteur nella capitale parigina. Da sempre la premiazione ha scatenato alcune polemiche per l’estromissione dello statunitense Robert Gallo, il cui lavoro fu fondamentale per individuare la correlazione tra HIV e AIDS.

Se questa scoperta, e il conseguente riconoscimento, sono stati sicuramente l’apice della carriera scientifica di Montagnier, lo stesso ha poi passato gli anni 2000 quasi a smentire se stesso e tutto quanto fatto dedicandosi alle pseudoscienze e rendendosi protagonista di dichiarazioni molto controverse che lo hanno di fatto relegato ai margini della comunità scientifica internazionale e oggetto di aspre critiche, a cominciare proprio dalla Barré – Sinoussi.

All’indomani del conseguimento del Nobel, Montagnier fu protagonista di numerose dichiarazioni peculiari, tra cui quella del 2010 che lo vide asserire come un organismo sano possa liberarsi dell’HIV come di una normale influenza, assumendo integratori omeopatici e antiossidanti.

Al lungo elenco di affermazioni senza alcuna controprova scientifica, dichiarò qualche tempo dopo che basterebbe un bacio profondo a trasmettere il virus dell’HIV.

Secondo i suoi seguaci Montagnier è stato ostracizzato e messo al bando dalla comunità scientifica senza alcun motivo; va detto che il biologo non ha fatto nulla per sottrarsi alle critiche, propugnando (qualcuno dice anche per tornaconto economico) una presunta affidabilità dei preparati omeopatici, dichiarando che l’omeopatia avrebbe delle solide basi scientifiche anche se viene sempre ignorata.

A tal proposito, ricordiamo come Montagnier sostenne (nei primi anni 2000) che con la Papaya si potessero curare sindromi respiratorie gravi come la SARS o addirittura il morbo di Parkinson; il francese ebbe anche l’ardire di dichiarare che persino Papa Giovanni Paolo II  si sarebbe sottoposto a questa cura. Tuttavia nessuno studio dimostra le sue teorie, nemmeno Montagnier stesso pubblicò mai eventuali esiti di ricerche condotte, il che in ambito scientifico equivale a bollare le sue parole come fantasia, per essere gentili.

Da convinto omeopata, Montagnier è passato anche attraverso la famosa teoria della memoria dell’acqua secondo cui il liquido manterrebbe una sorta di “memoria” di ogni sostanza con cui entra in contatto e che dovrebbe giustificare il funzionamento dei prodotti omeopatici.

Si tratta di una teoria ampiamente sconfessata da tutti gli studi in doppio cieco (in cui cioè i soggetti coinvolti non conoscono informazioni che potrebbero influenzare l’esito finale e in cui gli esaminatori non conoscono a quale gruppo appartengono i soggetti sottoposti al test ) di cui è stata oggetto e che l’ha resa a tutti gli effetti una teoria pseudoscientifica.

Anche sui vaccini l’ex Nobel ha detto la sua, parlando di vaccinazioni obbligatorie esagerate e frutto, almeno in Francia, di errori sia medici che politici. Per non farsi mancare nulla nel corso degli anni, sempre senza alcuna prova scientifica a supporto, Montagnier parlò più volte di dubbi sull’efficacia dei vaccini, che a suo dire potrebbero essere collegati a casi di autismo (teoria smentita da numerosi studi nel corso degli anni) e più in generale poco sicuri.

Montagnier e la pandemia del 2020

Arriviamo così alla cronaca degli ultimi mesi, con un Montagnier totalmente alla deriva diventato alfiere dei no-vax grazie alle sue dichiarazioni che sono state un vero e proprio meltin’ pot di teorie complottistiche.

Agli albori della pandemia si schierò con chi sosteneva che il virus fosse stato creato a tavolino in un laboratorio di Wuhan, rincarando la dose di assurdità affermando che il SARS-CoV2 avrebbe tratti genomici comuni con il virus dell’HIV citando uno studio predatorio, poi ritirato dopo qualche giorni e palesemente infondato.

Immancabile l’influsso delle radiazioni elettromagnetiche del 5G, Montagnier completò l’alfabeto del complottista dichiarando che nella sperimentazione dei vaccini fossero state artatamente omesse analisi dettagliate su eventi avversi gravi e infine, nel corso di una manifestazione a Milano, che i vaccini attualmente in commercio sono del tutto inefficaci e anzi favorirebbero i contagi dichiarando addirittura che il futuro dell’umanità dipenderebbe dai non vaccinati.

Il tutto, cosa inaccettabile che chiunque si definisca uno scienziato, senza alcuna prova scientifica a supporto come molte delle teorie cospirazioniste e no-vax.

Si chiude così la storia di Montagnier, con un finale che nemmeno lui avrebbe immaginato e che apre le porte alle teorie più assurde dei suoi sostenitori alla ricerca dell’omicida di uno scienziato di 89 anni, da tempo malato e che era stato ampiamente screditato dalla comunità scientifica.

Non va dimenticato il suo apporto alla scienza, vera e ragionata, ma non si può nemmeno ignorare tutto il resto.

Nessun mistero dunque, ma non tutti ne sono convinti…

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