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Salute

Morbo di Parkinson: meno pillole, più qualità di vita grazie ad un’iniezione innovativa

Un'innovazione promettente nel trattamento del Morbo di Parkinson è all'orizzonte, con il potenziale per migliorare significativamente la qualità della vita di milioni di persone. Un nuovo farmaco iniettabile, da assumere una sola volta a settimana, potrebbe presto sostituire la necessità di assumere più compresse al giorno, alleviando in modo sostanziale l'onere quotidiano per i pazienti

Denise Meloni 3 ore fa Commenta! 7
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Un’innovazione promettente nel trattamento del Morbo di Parkinson è all’orizzonte, con il potenziale per migliorare significativamente la qualità della vita di milioni di persone. Un nuovo farmaco iniettabile settimanale potrebbe presto sostituire la necessità di assumere più compresse al giorno, alleviando un onere considerevole per i pazienti.

Contenuti di questo articolo
Rivoluzionare la terapia del morbo Parkinson con un’iniezione settimanaleUn brevetto australiano e anni di ricercaLa versatilità di una nuova tecnologia farmaceutica
Morbo di parkinson: meno pillole, più qualità di vita grazie ad un'iniezione innovativa
Morbo di parkinson: meno pillole, più qualità di vita grazie ad un’iniezione innovativa

Rivoluzionare la terapia del morbo Parkinson con un’iniezione settimanale

Gli scienziati dell’Università dell’Australia Meridionale (UniSA) hanno compiuto un passo avanti significativo, sviluppando una formulazione iniettabile a lunga durata d’azione. Questa innovazione è progettata per rilasciare in modo costante e controllato la levodopa e la carbidopa, due farmaci fondamentali nel trattamento del Parkinson, per l’arco di un’intera settimana. La formulazione, di natura biodegradabile, può essere iniettata sia sottocute che nel tessuto muscolare, garantendo un rilascio graduale del farmaco per sette giorni consecutivi.

L’attuale regime terapeutico per il Parkinson, che spesso richiede dosaggi frequenti di compresse, presenta numerose sfide. La necessità di assumere farmaci più volte al giorno rappresenta un peso significativo, specialmente per i pazienti anziani o per coloro che manifestano difficoltà nella deglutizione. Questo approccio può portare a livelli di farmaco incoerenti nell’organismo, con conseguenti effetti collaterali maggiori e una riduzione dell’efficacia complessiva del trattamento nel tempo.

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Morbo di parkinson: meno pillole, più qualità di vita grazie ad un'iniezione innovativa

Il Professor Sanjay Garg, ricercatore principale presso il Center for Pharmaceutical Innovation dell’UniSA, ha sottolineato il potenziale trasformativo di questa nuova iniezione. Secondo il Professor Garg, la formulazione iniettabile potrebbe migliorare notevolmente i risultati del trattamento e, aspetto cruciale, l’aderenza alla terapia da parte dei pazienti. “Il nostro obiettivo era creare una formulazione che semplificasse il trattamento, migliorasse l’aderenza terapeutica del paziente e mantenesse costanti i livelli terapeutici dei farmaci.

Questa iniezione settimanale potrebbe rappresentare una svolta per la cura del Parkinson”, ha affermato il Professor Garg. Ha inoltre ribadito che, sebbene la levodopa sia la terapia di riferimento per il Parkinson, la sua breve durata d’azione ha sempre imposto la necessità di assunzioni multiple giornaliere, un limite che questa nuova iniezione si propone di superare.

Un brevetto australiano e anni di ricerca

Una delle menti dietro la promettente innovazione che potrebbe rivoluzionare il trattamento del Morbo di Parkinson è Deepa Nakmode, dottoranda presso l’Università dell’Australia Meridionale (UniSA). La sua ricerca si è concentrata sullo sviluppo di un impianto in situ progettato per garantire un rilascio costante sia di levodopa che di carbidopa nell’arco di un’intera settimana. L’obiettivo è mantenere livelli plasmatici stabili dei farmaci, riducendo significativamente i rischi che derivano dalle concentrazioni fluttuanti, tipiche delle attuali somministrazioni orali.

Morbo di parkinson: meno pillole, più qualità di vita grazie ad un'iniezione innovativa

Deepa Nakmode esprime grande soddisfazione per il traguardo raggiunto: “Dopo anni di ricerca mirata, è incredibilmente gratificante vedere la nostra innovazione negli iniettabili a lunga durata d’azione per il morbo di Parkinson raggiungere questo stadio.” Questo risultato è una testimonianza dell’impegno e della dedizione del team, culminato nel deposito del brevetto per questa invenzione in Australia.

La chiave di questo sistema di rilascio controllato risiede nella sofisticata combinazione di polimeri. Il gel iniettabile unisce un polimero biodegradabile approvato dalla FDA, il PLGA, con Eudragit L-100, un polimero sensibile al pH. Questa sinergia permette di ottenere un rilascio prolungato e precisamente controllato dei farmaci, ottimizzando l’efficacia terapeutica.

Test di laboratorio esaustivi hanno convalidato sia l’efficacia che la sicurezza di questo innovativo sistema. I risultati sono notevoli: oltre il 90% della dose di levodopa e più dell’81% della dose di carbidopa sono stati rilasciati con successo nell’arco dei sette giorni previsti. Inoltre, l’impianto ha dimostrato un’elevata degradazione, con oltre l’80% degradato in una settimana, e, cosa fondamentale, non ha mostrato alcuna tossicità significativa nei test di vitalità cellulare, confermando un profilo di sicurezza rassicurante.

Morbo di parkinson: meno pillole, più qualità di vita grazie ad un'iniezione innovativa

Un ulteriore vantaggio di questa formulazione è la sua facilità di somministrazione. Il gel può essere iniettato agevolmente attraverso un sottile ago da 22 gauge, un dettaglio non trascurabile che riduce al minimo il disagio per il paziente e, aspetto ancora più importante, elimina la necessità di un intervento chirurgico per l’impianto, rendendo la terapia meno invasiva e più accessibile.

La versatilità di una nuova tecnologia farmaceutica

La promettente tecnologia iniettabile a rilascio prolungato, inizialmente sviluppata per il trattamento del Morbo di Parkinson, rivela un potenziale di applicazione ben più ampio. Il Professor Sanjay Garg, figura di spicco dietro questa innovazione all’Università dell’Australia Meridionale (UniSA), sottolinea come il sistema possa essere adattato ad altre condizioni croniche che richiedono una somministrazione di farmaci a lungo termine. Tra queste figurano malattie debilitanti come il cancro, il diabete, vari disturbi neurodegenerativi, la gestione del dolore cronico e le infezioni persistenti.

La versatilità del sistema risiede nella sua capacità di essere regolato con precisione per rilasciare i farmaci in un arco di tempo che può variare da pochi giorni a diverse settimane, a seconda delle specifiche esigenze terapeutiche di ciascuna patologia. Gli scienziati dell’UniSA guardano con ottimismo al futuro, auspicando di poter avviare le sperimentazioni cliniche nel prossimo futuro. Parallelamente, stanno esplorando attivamente le possibilità di commercializzazione di questa innovazione, con l’obiettivo di renderla disponibile ai pazienti a livello globale.

Morbo di parkinson: meno pillole, più qualità di vita grazie ad un'iniezione innovativa

Il Morbo di Parkinson si conferma la seconda malattia neurologica più comune a livello mondiale, affliggendo oltre 8,5 milioni di persone. Attualmente, non esiste una cura definitiva per questa patologia. I sintomi caratteristici, quali tremori, rigidità e lentezza nei movimenti, sono gestiti attraverso la somministrazione di farmaci orali, che richiedono assunzioni multiple nel corso della giornata.

L’introduzione di questa nuova tecnologia iniettabile settimanale rappresenta dunque una speranza concreta per milioni di individui, promettendo di semplificare drasticamente il regime terapeutico e di migliorare la qualità della vita di chi convive con questa complessa malattia.

Lo studio è stato pubblicato sul Drug Delivery and Translational Research.

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