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Monti Zagros e la placca oceanica che si sta staccando

I monti Zagros nascondono un curioso segreto

Andrea Tasinato 5 mesi fa Commenta! 5
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Un team di ricerca internazionale guidato dall’Università di Göttingen ha studiato l’influenza delle forze esercitate dai Monti Zagros nella regione del Kurdistan iracheno sulla curvatura della superficie terrestre negli ultimi 20 milioni di anni.

Contenuti di questo articolo
Le ricerche sui monti Zagros e sulla placca oceanicaIl ruolo dei sedimenti che si accumulano sui monti ZagosIl problema delle “spinte” e del peso delle montagnele ipotesi dei ricercatoriCosa ci dice quindi questa scoperta?

Gli scienziati in questione hanno rivelato che la placca oceanica sui monti Zagros si sta progressivamente staccando, ma vediamo i dettagli.

Le ricerche sui monti Zagros e sulla placca oceanica

La ricerca degli studiosi ha rivelato che, attualmente, in profondità sotto la superficie terrestre, la placca oceanica della Neotetide (il fondale oceanico che un tempo separava i continenti arabo ed eurasiatico) si sta staccando orizzontalmente, con una frattura che si sta progressivamente allungando dalla Turchia sudorientale fino al nord-ovest dell’Iran; i loro risultati dimostrano come l’evoluzione della superficie terrestre sia controllata da processi che avvengono nelle profondità dell’interno del pianeta. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Solid Earth.

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Monti zagros e la placca oceanica che si sta staccando

Quando due continenti convergono per milioni di anni, il fondale oceanico tra di essi scivola in profondità sotto i continenti. Alla fine, i continenti collidono e le masse rocciose ai loro margini vengono sollevate, formando imponenti catene montuose; nel corso di milioni di anni, il peso immenso di queste montagne fa sì che la superficie terrestre circostante si pieghi verso il basso.

Il ruolo dei sedimenti che si accumulano sui monti Zagos

Col tempo, i sedimenti erosi dalle montagne si accumulano in questa depressione, formando pianure come la Mesopotamia nel Medio Oriente e i ricercatori hanno modellato la curvatura della superficie terrestre in base al carico esercitato dai Monti Zagros, dove il continente arabo sta collidendo con l’Eurasia.

Hanno combinato la dimensione della depressione risultante con la topografia calcolata sulla base del mantello terrestre, riuscendo a riprodurre l’insolita profondità della depressione nel segmento sud-orientale dell’area di studio.

Il problema delle “spinte” e del peso delle montagne

I ricercatori hanno scoperto che il solo peso delle montagne non è sufficiente a spiegare la depressione di 3-4 km di profondità, che si è formata e riempita di sedimenti negli ultimi 15 milioni di anni.

Monti zagros e la placca oceanica che si sta staccando

“Data la moderata topografia nell’area nord-occidentale dei Monti Zagros, è stato sorprendente scoprire che si è accumulata una quantità così grande di sedimenti nella parte dell’area che abbiamo studiato. Ciò significa che la depressione del suolo è maggiore di quanto potrebbe essere causato dal solo peso dei Monti Zagros“, ha affermato il dottor Renas Koshnaw, autore principale dello studio e ricercatore post-dottorato presso il Dipartimento di Geologia Strutturale e Geotermia dell’Università di Göttingen.

le ipotesi dei ricercatori

I ricercatori ipotizzano che ciò sia dovuto al carico aggiuntivo della placca oceanica in affondamento, che è ancora attaccata alla placca araba. Koshnaw aggiunge: “Questa placca sta trascinando la regione verso il basso dall’interno, creando spazio per l’accumulo di ulteriori sedimenti. Verso la Turchia, la depressione riempita di sedimenti diventa molto più superficiale, suggerendo che in questa area la placca si sia staccata, riducendo la forza di trazione verso il basso“.

Monti zagros e la placca oceanica che si sta staccando

Il modello geodinamico sviluppato in questa ricerca avrà benefici anche in altri campi. “Questa ricerca contribuisce alla comprensione del funzionamento dell’involucro rigido della Terra“, spiega Koshnaw; studi di questo tipo possono portare a future applicazioni pratiche, fornendo informazioni utili per l’esplorazione di risorse naturali come depositi di minerali sedimentari e energia geotermica, oltre a una migliore caratterizzazione dei rischi sismici.

Questa ricerca è stata resa possibile grazie al finanziamento della Fondazione Alexander von Humboldt.

Cosa ci dice quindi questa scoperta?

Questa scoperta mette in luce che, sebbene sulla Terra ci viviamo tutti, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e sembra non essere mai del tutto chiarito, si può dire che è un viaggio senza fine in sostanza.

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