La minaccia del monossido di carbonio è reale e sono tantissime le persone a rischio per la presenza in casa di apparecchi di riscaldamento o altre fonti che possono lasciar diffondere questo pericoloso gas nella propria abitazione. Saper individuare i sintomi in caso di intossicazione è fondamentale perché con alte concentrazioni di CO nell’aria si rischia anche la morte, ma quanto sono preparati gli italiani su questo argomento?
Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia circa l’80% dei casi di avvelenamento da Monossido di Carbonio rilevati dal Pronto Soccorso avviene all’interno delle mura domestiche. Si tratta di una percentuale estremamente elevata che fa riflettere sul livello di conoscenza del Monossido di Carbonio nel nostro Paese.
Netatmo, azienda leader nel settore della smart home che si occupa dello sviluppo di dispositivi connessi intelligenti e di facile utilizzo, ha deciso dunque di condurre un’indagine in collaborazione con Dynata, una società di ricerche di mercato, ed insieme hanno coinvolto un campione rappresentativo di 1.000 persone con un’età compresa tra i 25 e i 55 anni, da cui emergono dati molto interessanti.
I risultati di questa indagine ci aiutano a capire meglio qual è l’attuale situazione nel nostro paese riguardo questa minaccia invisibile, i dati ci aiutano a capire che gli italiani conoscono bene il monossido di carbonio e la maggior parte sa anche quali sono i sintomi ed i rischi legati ad esso, eppure sono in pochi ad avere in casa un dispositivo di protezione che possa aiutare a rilevare eventuali pericoli ed emergono sostanziali differenza tra le varie fasce di età.
Scopriamo insieme tutti i risultati emersi dall’indagine effettuata, partendo dal grado di conoscenza degli italiani sull’argomento monossido di carbonio.
Quanto ne sanno gli italiani del monossido di carbonio
Dalla ricerca emerge che il 95% degli intervistati sa cosa si intende per Monossido di Carbonio (CO), un gas tossico, incolore, inodore, insapore e non irritante, mentre del restante 5% sono soprattutto le donne (il 7% di loro contro il 3% degli uomini) a non sapere cosa sia.
Sebbene la quasi totalità sappia cosa sia il CO, la situazione si complica se viene chiesto di riconoscere quali sono gli apparecchi domestici che lo producono. Infatti, solo il 2% degli intervistati è in grado di citare tutte le fonti di Monossido e sono soprattutto i più giovani (25-35 anni) a riconoscere tutti gli apparecchi più a rischio.
Mentre il 73% indica correttamente la stufa e il 60% il camino, solo la metà degli italiani riconosce anche i fornelli a gas (55%) e gli apparecchi di riscaldamento (52%). Le percentuali calano vertiginosamente se si considerano altri elettrodomestici di uso quotidiano e che possono provocare fuoriuscite di CO: solo il 18% ha infatti indicato il forno. Infine, solo il 4% degli italiani sostiene che il CO non viene prodotto da elettrodomestici di uso quotidiano e di questi sono soprattutto gli intervistati nella fascia di età tra i 46-55 anni (5%).
Solo il 34% degli intervistati ha saputo poi indicare tutti i sintomi che il Monossido di Carbonio può provocare: vertigini (60%), mal di testa (69%), nausea e vomito (64%) e infine stato confusionale (81%). Il 20% degli italiani pensa erroneamente che il mal di gola sia un effetto da intossicazione da CO, il 9% che possa provocare reazioni allergiche e infine il 3% raffreddore.
Oltre a questi effetti più comuni, 9 italiani su 10 riconoscono che l’esposizione a livelli elevati di CO può provocare anche perdita di coscienza e morte. Solo l’1%, senza particolari distinzioni tra genere, età e area geografica, sostiene che gli effetti del Monossido di Carbonio siano sopravvalutati e che in realtà non sia così pericoloso.
Prevenzione per le situazioni a rischio: cosa facciamo per prevenire le situazioni a rischio?
L’intossicazione da Monossido di Carbonio avviene quando questo gas si accumula in ambienti poco ventilati, soprattutto a seguito di malfunzionamenti degli apparecchi di riscaldamento di uso domestico. Inoltre, essendo incolore e inodore, risulta difficile – se non impossibile – riconoscere una situazione di pericolo.
Esistono però una serie di accorgimenti che permettono di prevenire gli effetti dannosi provocati da questo agente tossico. Tra questi, il più semplice e immediato consiste nell’arieggiare frequentemente gli ambienti di casa: più della metà degli intervistati – il 72% – ha indicato questo espediente. Fondamentale è invece effettuare controlli periodici di tutti gli elettrodomestici più a rischio: il 52% ha giustamente riconosciuto questo metodo.
Tuttavia, un dato che spicca dalla ricerca è che secondo il 69% degli italiani utilizzare appositi Rilevatori di Monossido di Carbonio può essere uno strumento per tenere sotto controllo i livelli di CO all’interno della propria casa, con una prevalenza di risposte maschili (74%) rispetto a quelle femminili (65%).
Molto interessante è anche la differenza di questo dato tra le diverse fasce di età. Mentre i più adulti hanno indicato i rilevatori di CO come strumenti funzionali – con il 70% di risposte tra i 36-45 anni e ben il 76% tra i 46-55 anni – i più giovani sembrerebbero leggermente meno propensi (62%).
Differenti trend anche per quanto riguarda le aree geografiche: mentre il 77% nel Nord-Ovest e il 73% nel Nord-Est hanno indicato i rilevatori di CO, questi non vanno oltre il 60% nel resto d’Italia.
Il rapporto con i rilevatori di monossido di carbonio
Dall’indagine emerge che il 75% degli intervistati conoscono i rilevatori di monossido di carbonio, mentre è stato notato che molte donne, il 29% di quelle intervistate, non sa di cosa si tratta.
In grado di misurare con precisione la quantità di particelle di CO, il Rilevatore di Monossido di Carbonio avvisa in tempo reale gli utenti attraverso un allarme. Solo l’1% degli italiani non li ritiene dispositivi utili. Tra le principali motivazioni il fatto che siano sottoposti a malfunzionamenti ed errori, non rilevando situazioni rischiose o al contrario segnalando falsi allarmi.
Dall’indagine emerge che solo 1 italiano su 10 possiede un rilevatore di Monossido di Carbonio, con la penetrazione più bassa nella fascia di età 46-55 anni (11%) e nel Centro Italia (10%).
Al contrario, se si considera l’intenzione di acquisto il dato è più che positivo: il 77% degli intervistati sta considerando l’idea di acquistarne uno. Del restante 23%, sono soprattutto le donne (26%) e gli adulti nella fascia di età 46-55 anni (28%) a non sentire il bisogno di acquistare un rilevatore di CO. Tra le principali motivazioni ci sono il costo e il fatto che ancora non se ne veda la necessità, ritenendo che sia sufficiente arieggiare gli ambienti aprendo le finestre per evitare i rischi da Monossido di Carbonio. Tuttavia, il classico “far cambiare l’aria” aprendo le finestre non è sufficiente: in caso di fuoriuscita di CO, occorre uscire immediatamente di casa e chiamare i servizi di emergenza.
Come e dove installare i rilevatori?
Sebbene quasi 7 intervistati su 10 affermano – giustamente – che è meglio installare il rilevatore di CO in tutte le stanze in cui è presente un apparecchio a combustione, dall’indagine emerge chiaramente la totale confusione su dove collocare questo dispositivo all’interno degli ambienti di casa. La maggioranza degli intervistati ha infatti dichiarato che installerebbe il rilevatore sul soffitto e in generale nel punto più alto della stanza, ma in realtà questa è una pratica sbagliata.
Contrariamente a quanto si possa pensare e a causa della confusione tra rilevatori di fumo e rilevatori di Monossido di Carbonio, questi ultimi devono essere collocati sul muro. Il fumo è più leggero dell’aria e quindi sale rapidamente verso il soffitto: per questo motivo il rilevatore di fumo va installato nel punto più alto della stanza. Al contrario, il Monossido di Carbonio ha la stessa densità dell’aria, mescolandosi nell’ambiente e soprattutto laddove l’aria circola di più: il centro della stanza. Per questo motivo il rilevatore di CO va collocato ad altezza uomo e a circa 2 metri dall’apparecchio di combustione per un’efficacia maggiore. Solo il 24% degli intervistati ha risposto correttamente.
La soluzione offerta da Netatmo
Il Rilevatore di Monossido di Carbonio proposto da Netatmo è la soluzione per tutti coloro che vogliono prendersi cura al meglio della propria abitazione e del benessere della propria famiglia. In grado di rilevare in tempo reale e con precisione la quantità di particelle di CO emesse dagli apparecchi a combustione domestici (come stufe, scaldabagno, camino ecc.), il Rilevatore avvisa con un allarme da 85 dB e con una notifica immediata sullo smartphone se i livelli sono troppo alti. Inoltre, è dotato di una batteria dall’autonomia di 10 anni, durata di vita massima di tutti i rilevatori di Monossido di Carbonio. Infine, grazie alla funzione di Auto-Test, il dispositivo verifica autonomamente il proprio funzionamento, inviando un avviso sullo smartphone in caso di necessità. Il Rilevatore di Monossido di Carbonio è disponibile a un prezzo consigliato al pubblico di 99,99€.
Se vuoi approfondire maggiormente riguardo questo prodotto, puoi anche leggere la nostra recensione.