I ricercatori dell’Istituto olandese di neuroscienze (NIN) hanno identificato una piccola molecola, chiamata microRNA-132 che può essere sfruttata per ringiovanire il cervello e contrastare la perdita di memoria.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell Stem Cell.
Molecola microRNA-132: ecco come funziona
Diversi studi scientifici hanno dimostrato la presenza di cellule sviluppatesi nell’ippocampo in età adulta. Questo significa che il processo di neurogenesi va avanti anche con l’avanzare dell’età. La neurogenesi dell’adulto è collegata a diversi aspetti della cognizione e della memoria sia nei modelli animali che nell’uomo ed è stato evidenziato che diminuisce drasticamente nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer.
Gli esperti hanno anche osservato che livelli più elevati di neurogenesi nell’adulto sembrano essere correlati a migliori prestazioni cognitive prima della morte: “Questo potrebbe suggerire che i neuroni nati in età adulta nel nostro cervello possono contribuire a una sorta di riserva cognitiva che potrebbe in seguito fornire una maggiore resilienza alla perdita di memoria”, ha spiegato Evgenia Salta, capogruppo del NIN. Il team di ricerca del NIN ha valutato se dare una spinta alla neurogenesi degli adulti potesse aiutare a prevenire o migliorare la demenza nel morbo di Alzheimer.
Salta ha specificato: “Sette anni fa, mentre studiavamo una piccola molecola di RNA espressa nel nostro cervello, chiamata microRNA-132, ci siamo imbattuti in un’osservazione piuttosto inaspettata. Questa molecola, che avevamo precedentemente scoperto essere diminuita nel cervello di soggetti con diagnosi di Alzheimer, sembrava regolare l’omeostasi delle cellule staminali neurali nel sistema nervoso centrale”. In quegli anni si pensava che l’Alzheimer fosse una malattia che colpisce solo le cellule neuronali mature, quindi a prima vista questa scoperta non sembra spiegare un possibile ruolo del microRNA-132 nella progressione dell’Alzheimer.
Nella nuova ricerca, gli esperti del NIN hanno valutato se il microRNA-132 potesse regolare la neurogenesi dell’ippocampo adulto nei cervelli sani e con Alzheimer. Utilizzando modelli murini di Alzheimer distinti, cellule staminali neurali umane coltivate e tessuto cerebrale umano post mortem, hanno scoperto che questa molecola di RNA è necessaria per il processo neurogenico nell’ippocampo adulto: “La diminuzione dei livelli di microRNA-132 nel cervello di un topo adulto o nelle cellule staminali neurali umane in un piatto altera la generazione di nuovi neuroni. Tuttavia, il ripristino dei livelli di microRNA-132 nei topi di Alzheimer salva i deficit neurogenici e contrasta la compromissione della memoria correlata a neurogenesi dell’adulto”, ha dichiarato Sarah Snoeck, tecnico del gruppo di Salta.
Questi risultati forniscono una prova di concetto riguardo al potenziale terapeutico presunto di determinare la neurogenesi dell’adulto nell’Alzheimer. Salta conclude: “Il nostro prossimo obiettivo è quello di valutare sistematicamente l’efficacia e la sicurezza di colpire microRNA-132 come strategia terapeutica nel morbo di Alzheimer malattia.”
Penso che bisogna incoraggiare tanto anzi tantissimo questa ricerca.
Avrei tantissimo piacere partecipare a questa ricerca.
Attilia D’Avino
Si è molto importante bisogno curarli per migliorare e non perdere la speranza
Si. È fondamentale che la ricerca prosegua ed abbia sempre più finanziamenti. In modo da applicare alle persone le nuove cure con le cellule staminali e le nanotecnologie.