Si chiama MMRi62 ed è la molecola che ha dimostrato di avere la capacità di inibire la crescita e la metastasi delle cellule tumorali del pancreas attraverso la via del metabolismo del ferro. A dichiararlo in una recente ricerca, sono gli scienziati del Roswell Park Comprehensive Cancer Center, che hanno dichiarato che l’evidenza scientifica di questa incredibile informazione porterà allo sviluppo di un farmaco utile a trattare uno dei tumori più aggressivi e difficili: il cancro al pancreas.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cancer Therapeutics.
Ecco come funziona la molecola MMRi62 nella lotta contro il cancro al pancreas
La molecola MMRi62 sfrutta il metabolismo del ferro per uccidere le cellule cancerose e le proteine dannose che potenziano la loro crescita e diffusione, suggerendo che un ulteriore sviluppo e perfezionamento di questa sostanza, potrebbe dare vita a un nuovo tipo di terapia per il cancro del pancreas.
“MMRi62 provoca la degradazione di una proteina di accumulo del ferro chiamata FTH1, nonché di una proteina che è mutata nel PDAC, con conseguente inibizione delle metastasi e della ferroptosi, una forma di morte cellulare innescata dal ferro libero nelle cellule“, ha spiegato Xinjiang Wang, Ph.D., Professore Associato presso il Dipartimento di Farmacologia e Terapeutica a Roswell Park.
Il PDAC è caratterizzato dalle mutazioni nei geni KRAS e TP53, che guidano la malattia e rendono i tumori resistenti alla chemioterapia. Poiché i farmaci e i trattamenti mirati a queste mutazioni non sono ancora disponibili, le opzioni terapeutiche per i pazienti con PDAC sono limitate e la malattia ha un tasso di sopravvivenza a 5 anni di solo il 12%.
Il cancro del pancreas è disgnosticato nell’1,8% di tutti i tumori, causando il 3,9% di un peggioramento della qualità della vita in chi riceve la diagnosi e il 4,6% di tutti i decessi per cancro. l’incidenza non interessa il sesso dei soggetti colpiti. Incidenza, prevalenza e mortalità sono invece influenzate dall’età, con una graduale escalation dopo i 30 anni, raggiungendo il carico più alto dopo gli 80 anni di età. Le diagnosi raggiungono il picco tra i 55 ei 74 anni, per poi diminuire. Il carico epidemiologico è positivamente associato allo stato socio-demografico.
Il numero più significativo di casi di carcinoma pancreatico è stato riscontrato nella regione orientale e asiatica del Pacifico, mentre il più basso tasso di diagnosi si trova in Medio Oriente e Nord Africa. Si prevede che i decessi per cancro al pancreas aumenteranno di circa 1,97 volte entro il 2060.
L’adenocarcinoma pancreatico è la forma più comune, rappresentando circa l’85% dei casi, seguita da altri tipi meno frequenti di tumori esocrini come i carcinomi a cellule squamose, i carcinomi adenosquamosi, i carcinomi ad anello con castone, i carcinomi indifferenziati e i carcinomi indifferenziati a cellule giganti.
I tumori neuroendocrini del pancreas si sviluppano invece dal tessuto endocrino dell’organo, e di solito rappresentano < 5% di tutte le neoplasie pancreatiche.
Secondo l’ultimo rapporto sulla mortalità per cancro in Europa, nel 2021 si conteranno oltre 84.000 vittime in Europa per tumori del pancreas. In Italia nel 2020 si stimano 14.300 nuove diagnosi e 12.400 vittime.
Carlo La Vecchia, epidemiologo presso l’Università di Milano, ha dichiarato : “Fra i principali tumori, il cancro al pancreas è il quarto tumore più comune e resta l’unico a non mostrare una riduzione nei tassi di mortalità negli ultimi trent’anni in Europa, tanto negli uomini quanto nelle donne. È importante che i governi e i decisori politici reperiscano risorse adeguate per la prevenzione, la diagnosi precoce e per la gestione del tumore pancreatico, al fine di migliorare questi trend nel prossimi futuro”.
“Se il tumore è scoperto in fase precoce è più semplice curarlo con efficacia, ma nella maggior parte dei casi si presenta già in uno stadio avanzato. Evitare il fumo e il consumo eccessivo di alcol, controllare il peso e il diabete sono i mezzi più importanti di cui disponiamo per prevenire la malattia, ma contano solo per una parte dei casi. Farmaci nuovi e mirati stanno portando qualche miglioramento nelle terapie, ma è difficile, al momento, quantificare il loro impatto potenziale“, ha concluso l’esperto.
Il vero problema è trovare un esame di prevenzione per questi tumori ed applicarlo alla popolazione. I ricercatori fanno veri miracoli nella scoperta di farmaci per la cura, ma se poi lo stato italiano non si applica per la loro produzione , tutto il lavoro è invano!!!
VEDASI PER L UTILIZZO DI OLAPARIB…
Comunque io sarei disponibile ad una cura sperimentale, anche xké le cure attuali in caso di tumore pancreatico con metastasi non danno grandi risultati