Pungere le dita per misurare la glicemia potrebbe diventare finalmente un’immagine consegnata alla storia grazie ad un nuovo sensore rapido ed indolore. A dichiararlo è stato un team di ricerca dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill.
I risultati dello studio sono stati pubblicati risultati sulla rivista ACS Sensors .
Ecco il nuovo sensore che archivierà le punture al dito per misurare la glicemia
Il test sperimentale, che si basa sul tocco, misura la glicemia nel sangue attraverso il sudore e sfrutta un algoritmo personalizzato che lo correla con il glucosio nel sangue. Rispetto ai metodi tradizionali, è più accurato del 95% nel monitorare la glicemia prima e dopo i pasti. Il nuovo test del sudore non è ancora pronto poiché sono ancora necessari studi su larga scala per convalidarne l’approccio, ma gli esperti sono cautamente ottimisti.
John Buse, direttore del Diabetes Center presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, ha dichiarato: “Il test del glucosio senza puntura è stato una sorta di Santo Graal nel diabete, e si spera che un giorno qualcuno possa tagliare il traguardo. Questi dati suggeriscono che c’è speranza”.
Le dita contengono molte ghiandole sudoripare e producono un’elevata quantità di sudore, ma il sudore ha livelli di glucosio inferiori rispetto al sangue. Inoltre, le letture possono variare con altre caratteristiche della pelle, risultando in misurazioni imprecise della glicemia. Il nuovo sensore include un idrogel di alcol polivinilico che assorbe il sudore che si trova su una striscia di plastica flessibile: si appoggia il dito sul sensore per un minuto e l’idrogel assorbe piccole quantità di sudore e subisce una reazione che provoca una piccola corrente elettrica rilevata da un dispositivo portatile.
“Un test del glucosio del sudore della punta delle dita così veloce e semplice, basato sul tocco, senza sangue, è molto promettente per una migliore compliance del paziente e una migliore gestione del diabete”, hanno concluso i ricercatori guidati da Joseph Wang, professore di nanoingegneria all’Università della California, San Diego.
È una cosa importante per il diabetico e per quello che non sa di essere spero che arriva presto perché significa salvare vite umane