Durante i rituali dell‘Antico Egitto, si beveva qualcosa di molto diverso da un semplice calice di vino. Sì, parliamo di un miscuglio di alcol, fluidi corporei e sostanze allucinogene che avrebbe permesso agli antichi egizi di vivere esperienze mistiche e visioni divine. E la prova di questo affascinante rituale è stata trovata proprio in un vaso di Bes, la famosa tazza raffigurante il dio protettore del parto, della fertilità e della gioia.
La scoperta del vaso di Bes: un mix da brividi
Nell’Antico Egitto, il dio Bes era simbolo di protezione, soprattutto per le donne incinte e i bambini, ma le sue tazze avevano un ruolo molto più complesso di quanto si pensasse finora. I vasi di Bes, diffusi dal Nuovo Regno (circa 1500 a.C.) fino all’epoca romana, erano spesso associati a rituali magici e cerimonie religiose, oltre che a contesti funerari o di uso quotidiano. Ma cosa contenevano davvero questi vasi? Molte ipotesi sono state fatte nel corso del tempo, ma solo ora abbiamo prove più concrete grazie a un’analisi chimica condotta su uno di questi antichi manufatti.
Le nuove indagini su un vaso risalente al periodo tolemaico hanno rivelato un mix di alcol, fluidi corporei e sostanze allucinogene. Questo miscuglio – si sospetta – veniva utilizzato per rievocare un mito particolarmente potente: quello dell’Occhio Solare, in cui il dio Bes ingannò la dea Hathor, placandola con una bevanda camuffata da sangue, che conteneva alcol e droghe a base vegetale.
Ingredienti segreti per un rituale da sogno… o da incubo
Ma cosa c’era davvero in quella tazza? L’analisi del vaso di Bes ha portato alla luce un insieme di ingredienti piuttosto sorprendente: ruta selvatica (Peganum harmala), loto egiziano (Nymphaea caerulea) e una pianta del genere Cleome, tutte note per le loro proprietà psicotrope e medicinali. A questi si aggiungevano anche miele, semi di sesamo, pinoli, liquirizia e uva. Il risultato? Una miscela che, secondo gli studiosi, era concepita per sembrare simile al sangue – non esattamente il cocktail che ci si aspetterebbe per una serata in compagnia!
Non è tutto: i ricercatori hanno anche individuato tracce di fluidi corporei umani, come saliva e sangue. Forse aggiunti come ingredienti, forse frutto del contatto diretto con chi beveva. Questa parte del rituale resta avvolta nel mistero, ma una cosa è certa: gli antichi egizi non si facevano mancare nulla quando si trattava di esperienze estatiche.
Il significato dietro il mito: Bes e Hathor
La storia che si nasconde dietro questo intruglio è tanto affascinante quanto enigmatica. Nel Mito dell’Occhio Solare, la dea Hathor, in un impeto d’ira distruttiva, viene ingannata da Bes che le offre una bevanda speciale, simile al sangue, che la fa cadere in un sonno profondo, spegnendo così la sua furia. Ricreare questo evento mitologico durante i rituali religiosi significava, per gli egizi, rievocare il potere del dio Bes e la sua capacità di ristabilire l’ordine.
Il vaso di Bes: una finestra sul passato esposto a Tampa
Il vaso analizzato, protagonista di questa scoperta, è attualmente esposto al Tampa Museum of Art, in Florida. Acquisito nel 1984, questo antico manufatto ora fa parte della mostra permanente “Prelude: An Introduction to the Permanent Collection”. Questa scoperta è il risultato di un progetto di ricerca condotto dal professor Davide Tanasi della University of South Florida, insieme a ricercatori dell’Università di Trieste e dell’Università di Milano.
Secondo il professor Tanasi, questo studio ci permette di vedere i miti egiziani sotto una luce diversa, offrendo una nuova comprensione dei rituali esoterici che si svolgevano probabilmente nelle cosiddette Camere di Bes, a Saqqara, vicino alle Grandi Piramidi di Giza.
Un tuffo nei misteri dell’Antico Egitto
Questo viaggio tra gli antichi rituali egizi ci fa riflettere sulla complessità delle loro credenze e sul ruolo fondamentale della religione nella vita quotidiana. La tazza di Bes non era semplicemente un contenitore: era un vero e proprio strumento di connessione con il divino, un modo per entrare in contatto con la sfera del soprannaturale e partecipare a rituali che mescolavano storia, mito e sostanze psicotrope.
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