La missione PLATO (Planetary Transits and Oscillations of Stars) è il prossimo grande passo dell’Agenzia Spaziale Europea nella ricerca di nuovi mondi abitabili. Il suo obiettivo è ambizioso: trovare pianeti simili alla Terra in orbita attorno a stelle simili al Sole, analizzando non solo i pianeti stessi ma anche il comportamento delle stelle che li ospitano.
Come funzionerà PLATO
Il satellite sarà equipaggiato con 34 telescopi e fotocamere capaci di osservare migliaia di stelle contemporaneamente. PLATO utilizzerà il metodo dei transiti planetari, rilevando minuscole variazioni di luminosità ogni volta che un pianeta passa davanti alla sua stella. Da questi dati sarà possibile calcolare la dimensione, la densità e il periodo orbitale dei pianeti scoperti.
Ma PLATO farà qualcosa in più: misurerà anche le oscillazioni delle stelle (un campo chiamato astrosismologia), che permettono di stimare l’età e la composizione interna di ciascuna di esse. Questo aiuterà gli scienziati a capire quanto è stabile un sistema planetario e se le sue condizioni potrebbero sostenere la vita.
L’eredità di Kepler e TESS

Dopo le missioni americane Kepler e TESS, PLATO rappresenta il contributo europeo alla nuova generazione di telescopi spaziali dedicati alla caccia di esopianeti. Dove Kepler ha fornito la quantità e TESS la precisione, PLATO offrirà entrambe le cose insieme, combinando un campo visivo ampio con una sensibilità senza precedenti.
Caccia alla “Terra 2.0”
Il sogno dichiarato della missione è trovare una Terra gemella, un pianeta roccioso nella zona abitabile della sua stella, dove la temperatura permetta la presenza di acqua liquida. Per riuscirci, PLATO dovrà osservare milioni di stelle e monitorarle per anni, accumulando dati che saranno analizzati da una rete internazionale di centri di ricerca.
Quando partirà la missione
Il lancio è previsto nella seconda metà degli anni 2020, con il satellite destinato a posizionarsi nel punto Lagrangiano L2, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, lo stesso dove opera il telescopio James Webb. Da lì, PLATO potrà osservare senza interruzioni porzioni vaste di cielo e inviare dati per almeno quattro anni di attività scientifica.

Una missione europea per la vita nel cosmo
PLATO non cerca solo pianeti: cerca risposte. Potrebbe indicarci dove guardare per trovare la vita o dove, un giorno, potremmo immaginare di inviare sonde o missioni robotiche. È la dimostrazione che la curiosità umana non si ferma, e che la prossima grande scoperta potrebbe già essere nei dati che PLATO raccoglierà.
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