Il Consiglio d’Europa ha recentemente approvato una proposta per ridurre la protezione legale del lupo europeo, passando da “strettamente protetto” a “protetto”. Una mossa che ha suscitato proteste da parte degli ambientalisti, preoccupati per le implicazioni che questa decisione potrebbe avere sulla fauna selvatica.
Che cosa comporta questa decisione?
Il cambiamento di status, promosso dalla Commissione Europea, mira a fornire maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupi. La presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato l’importanza di un “approccio equilibrato” per proteggere le comunità rurali e gli agricoltori, spesso vittime di attacchi agli allevamenti.
Tuttavia, per molti questa mossa rappresenta una politicizzazione della protezione ambientale. Le associazioni ambientaliste, come Humane Society International/Europe, ritengono che il declassamento sia frutto delle pressioni di lobby dell’agricoltura industriale e della caccia.
Una questione politica o scientifica?
La protezione del lupo è regolata dalla Convenzione di Berna, un accordo internazionale che impedisce la caccia, la cattura o il disturbo deliberato delle specie strettamente protette. Con il nuovo status, le popolazioni di lupi potrebbero essere soggette a controlli più aggressivi, inclusa la caccia.
Per alcuni, questa decisione non è basata su dati scientifici solidi, ma risponde a interessi politici. Léa Badoz di Eurogroup for Animals ha definito il lupo una “pedina politica” e ha criticato l’UE per aver ceduto alle pressioni. Anche Sofie Ruysschaert di BirdLife Europa ha espresso preoccupazione, affermando che questa scelta rischia di far regredire decenni di progressi nella conservazione.
I numeri dei lupi in Europa
La popolazione di lupi è cresciuta notevolmente negli ultimi decenni, passando da poche migliaia di esemplari negli anni ’80 a oltre 20.000 individui oggi, distribuiti in quasi tutti gli Stati membri dell’UE.
Secondo un rapporto della Commissione Europea, il numero di lupi è raddoppiato dal 2012, ma l’impatto sugli allevamenti è limitato: ogni anno, solo 1 pecora su 1500 viene persa a causa degli attacchi di lupi.
Le implicazioni future
Per gli ambientalisti, questa decisione potrebbe aprire la strada a ulteriori riduzioni di protezione per altre specie, come orsi e linci. Alcuni gruppi, tra cui l’organizzazione italiana Green Impact, hanno già annunciato di voler portare la questione davanti alla Corte di Giustizia Europea.
Inoltre, c’è il timore che il cambiamento di status possa spingere a soluzioni rapide, come la caccia, piuttosto che investire in misure di coesistenza sostenibile tra esseri umani e fauna selvatica.
Il ruolo della politica
L’UE, che fino al 2022 aveva respinto proposte simili, sembra aver cambiato rotta sotto le pressioni di gruppi politici conservatori e populisti. Questo cambiamento segna una svolta significativa nella governance ambientale europea e solleva interrogativi sulla capacità dell’UE di mantenere il proprio impegno verso politiche basate su evidenze scientifiche.
E tu, cosa ne pensi?
La protezione dei lupi dovrebbe essere rivista o rafforzata? Partecipa alla discussione nei commenti e condividi il tuo punto di vista. Continuare a sostenere la conservazione della fauna selvatica è una responsabilità di tutti noi!