In una calda giornata di metà luglio, la cittadina di Himara, affacciata sulla costa albanese, è animata dal turismo di massa. Tra hotel e ristoranti, la vita sembra scorrere tranquillamente. Tuttavia, pochi chilometri nell’entroterra, un dramma si sta consumando: i villaggi della valle di Shushica sono in rivolta per proteggere il loro prezioso fiume.
Gli anziani del villaggio di Kuc si sono radunati su un antico ponte per protestare: “Perché vogliono rubarci anche l’acqua?”. Questo grido nasce dalla paura che il progetto di una pipeline, destinata a portare acqua alle strutture turistiche di Himara, distrugga uno degli ultimi fiumi selvaggi d’Europa.
La battaglia per la conservazione del Shushica
Nel marzo 2023, l’Albania ha celebrato una storica vittoria con la creazione del primo Parco nazionale fluviale selvaggio d’Europa per proteggere il fiume Vjosa. Con 500 chilometri di corsi d’acqua incontaminati, il parco è un ecosistema ricchissimo che sostiene sessanta villaggi. Ma l’arrivo di enormi tubi blu per la pipeline ha scatenato il panico tra i residenti.
Ulrich Eichelmann di River Watch avverte che il progetto potrebbe obbligare a escludere il fiume Shushica dal parco, minando gli sforzi di conservazione. Il biologo Olsi Nika di EcoAlbania sostiene che deviare l’acqua per il turismo sarebbe “una catastrofe ecologica”.
Il ministro del Turismo e dell’Ambiente dell’Albania, Mirela Kumbaro, assicura che il progetto è sostenibile e non danneggia il fiume. Tuttavia, le associazioni ambientaliste come River Watch contestano questa visione, definendo la valutazione d’impatto ambientale “inadeguata e carente”.
La resistenza dei villaggi
I residenti della valle di Shushica, uniti nella loro opposizione, hanno bloccato le ruspe e portato la loro protesta fino a Tirana. La lotta continua, ispirata dalla resistenza delle donne di Kruš?ica in Bosnia, che hanno impedito la costruzione di una diga idroelettrica. “Restate uniti”, esorta Amela Zukan di Kruš?ica.
La battaglia per il fiume Shushica è un simbolo della lotta tra crescita economica e conservazione ambientale. I residenti sono determinati a proteggere il loro territorio e il grido “Kruš?ica, Shushica!” risuona come un potente richiamo all’azione.