I fenicotteri rosa della Camargue non smettono di stupire. Uno studio pubblicato su PNAS ha dimostrato che gli individui che migrano invecchiano più lentamente rispetto a quelli sedentari, anche se la vita da viaggiatori porta con sé rischi maggiori. In pratica, chi vola lontano paga un prezzo alto in gioventù ma ottiene una sorta di bonus longevità.
Fenicotteri tra sedentarietà e migrazione
La ricerca, guidata dal Centro nazionale della ricerca scientifica francese (Cnrs) e dall’istituto Tour du Valat, ha seguito i fenicotteri rosa della Camargue per oltre 40 anni, grazie a un programma di tracciamento iniziato nel 1977. Il risultato è sorprendente: gli esemplari stanziali, che restano nello stesso luogo, mostrano un invecchiamento accelerato di circa il 40% rispetto ai migratori quando raggiungono un’età avanzata.
I compromessi della vita
La dinamica è chiara: i fenicotteri sedentari hanno un vantaggio nei primi anni della vita adulta, con più chance di sopravvivere e riprodursi. Ma questa stabilità ha un costo: invecchiano molto più rapidamente in tarda età. Al contrario, chi migra affronta rischi elevati, come mortalità precoce e minore successo riproduttivo, ma mantiene un ritmo di invecchiamento più lento nel lungo periodo.
Secondo Sébastien Roques del Tour du Valat, si tratta di un compromesso biologico: “C’è un bilanciamento tra prestazioni giovanili e salute in età avanzata”.
Il collega Hugo Cayuela del Cnrs aggiunge che queste differenze si spiegano anche con la variabilità interna alla specie: genetica, comportamenti e ambiente giocano tutti un ruolo nel determinare la velocità dell’invecchiamento.
Un nuovo tassello nello studio dell’invecchiamento

La ricerca non riguarda solo i fenicotteri: ci offre un modello per capire meglio l’invecchiamento negli animali e, per estensione, anche nell’uomo. L’idea che esistano “strategie di vita” diverse all’interno della stessa specie, con costi e benefici che emergono in fasi diverse dell’esistenza, apre scenari di studio affascinanti.
Non è un caso che studi simili vengano utilizzati per confrontare gli effetti di stili di vita attivi rispetto a quelli sedentari anche in altri animali, inclusi i mammiferi. In fondo, la biologia ci ricorda che ogni scelta comporta un compromesso.

Perché conta anche per noi
Questa ricerca mette in discussione il mito che il comportamento “più sicuro” porti sempre vantaggi a lungo termine. Nel caso dei fenicotteri, restare fermi significa invecchiare più in fretta. Migrare, pur rischiando, significa rallentare il decadimento. Una lezione che sembra riecheggiare anche nelle discussioni sull’attività fisica e sulla salute negli esseri umani.
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