Non è uno scherzo: il micromort è un’unità di misura vera, e serve per rispondere a una domanda che prima o poi tutti ci facciamo: quanto rischio di morire facendo questa cosa?
Inventato nel 1980 dall’ingegnere elettronico Ronald A. Howard, il micromort quantifica il rischio di morte con una precisione matematica. E ti avvisiamo subito: potresti rimanere sorpreso nello scoprire quanto è più pericolosa una pedalata in città rispetto a un volo in aereo.
Cos’è esattamente un micromort?

Un micromort corrisponde a una probabilità su un milione di morire.
Facile da ricordare: micro = un milione, mort = morte.
Quindi:
- 1 micromort = 1 possibilità su 1.000.000 di morire.
È un’unità pensata per valutare il rischio associato ad azioni quotidiane, sport, viaggi, interventi chirurgici o qualsiasi attività che possa avere un impatto (anche minimo) sulla tua sopravvivenza.
Esempi concreti (e sorprendenti)
Ecco qualche attività tipica, con il relativo rischio espresso in micromort:
Attività | Micromort stimati |
---|---|
Viaggio in aereo (volo commerciale) | 0.1 per ora di volo |
Andare in moto per 100 km | 10 micromort |
Camminare in città di notte | 1–2 micromort (dipende dalla zona) |
Scalare l’Everest | ~40.000 micromort |
Bere 0,5 litri di vodka in una sera | 10 micromort |
Partorire in un paese sviluppato | 120 micromort |
Come vedi, alcune attività percepite come “rischiose” sono in realtà molto sicure (come volare), mentre altre spesso trascurate (tipo guidare in moto o fare sport estremi) aumentano il rischio in modo esponenziale.
Perché usare un’unità come questa?

Il motivo è semplice: la mente umana non è brava a valutare i rischi in modo oggettivo. Tendiamo a:
- Sopravvalutare i pericoli rari e drammatici (incidenti aerei, attacchi di squali).
- Sottovalutare i rischi comuni e reali (fumo, sedentarietà, guida distratta).
Il micromort serve proprio a dare una misura concreta, così possiamo ragionare in modo più razionale. È utile per il singolo, ma anche per chi prende decisioni in ambito sanitario, assicurativo o di sicurezza pubblica.
Cosa cambia nella vita di tutti i giorni?
Sapere che un volo di 3 ore vale circa 0,3 micromort, mentre una corsa di 20 km in moto può valerne anche 20, ti aiuta a mettere le cose in prospettiva. E magari a fare scelte più informate.
Non significa vivere con la paura, ma avere consapevolezza. Vuoi saltare da un aereo con il paracadute? Fallo pure, ma sappi che stai aggiungendo un bel po’ di micromort al tuo conto personale.
Ma il rischio è sempre uguale per tutti?
No, e qui viene il bello (e il difficile). I micromort variano in base a tanti fattori:
- Età
- Sesso
- Salute generale
- Luogo in cui vivi
- Comportamenti personali
Un’operazione chirurgica, per esempio, può valere 10 micromort per una persona giovane e sana, ma 100 o più per una persona anziana con patologie pregresse. Quindi non è una formula magica, ma una stima utile per confrontare attività diverse.
Micromort vs Microlife: c’è anche l’altra faccia della medaglia
Se il micromort misura il rischio di morire, c’è anche un’unità simile chiamata microlife: serve per valutare quanto ogni comportamento ti accorcia (o allunga) la vita.
Per esempio:
- Fumare una sigaretta = -1 microlife
- Fare 20 minuti di attività fisica = +2 microlife
- Mangiare 5 porzioni di frutta e verdura = +1 microlife
Insieme, micromort e microlife possono diventare strumenti pratici per gestire la tua salute come fosse un saldo in banca: più spendi male, più ti avvicini al rosso.
Non è una paranoia, è consapevolezza
L’obiettivo non è vivere terrorizzati da ogni azione. Il micromort non è un “conto alla rovescia”, ma una bussola per orientarti tra le scelte quotidiane.
Per esempio:
- Ti conviene guidare 10 ore per risparmiare su un volo?
- Vale la pena fare sport estremi senza protezioni?
- Quanto è realmente rischiosa una procedura medica?
Conoscere il concetto di micromort non ti rende immortale, ma ti aiuta a ragionare in modo più lucido su ciò che fai.
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Parliamo di rischio, scelte, vita vera. Senza allarmismi, ma con un pizzico di nerdaggine utile.