Hyowon “Hugh” Lee, Professore associato della Purdue University della Weldon School of Biomedical Engineering, ha sviluppato, in un recente studio, un microdispositivo a controllo magnetico che rimuove le emorragie cerebrali che si sono accumulate nel cervello durante un ictus. Il microdispositivo è stato testato su suini con emorragia in collaborazione con i neurochirurghi Dr. Timothy Bentley del Purdue’s College of Veterinary Medicine e il Dr. Albert Lee di Goodman Campbell Brain and Spine a Carmel, Indiana.
Il microdispositivo è un trattamento per gli ictus causati da sanguinamento nel cervello che utilizza un catetere autopulente abilitato per microrobot a controllo magnetico e ha dimostrato di essere efficace all’86% nei modelli animali.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Comunications.
Microdispositivo per le emorragie cerebrali: ecco i risultati della ricerca
Il microdispositivo ha rimosso con successo le emorragie cerebrali in sei dei sette animali da laboratorio impiegati per questo esperimento: “Questa innovazione è un vero progresso nella cura degli ictus, che sono notoriamente difficili da trattare“, ha dichiarato Hugh Lee. L’attuale gold standard per il trattamento dell’ictus è un anticoagulante chiamato attivatore del plasminogeno tissutale, che non può essere utilizzato per alcuni ictus emorragici.
“I pazienti con emorragie cerebrali hanno un tasso di mortalità fino al 50%“, ha spiegato Albert Lee: “Attualmente non esiste una grande soluzione terapeutica per l’emorragia intraventricolare. L’unica altra opzione sono i farmaci che risolvono i coaguli di sangue che presentano rischi indesiderati”.
Un microdispositivo a controllo magnetico inventato dal professore associato della Purdue University Hyowon “Hugh” Lee rimuove un coagulo dal cervello.
Il microdispositivo sviluppo da Hugh Lee, che è stato creato in collaborazione con il ricercatore Qi Yang, può essere attivato a distanza utilizzando campi magnetici applicati esternamente: “Non c’è bisogno di una fonte di alimentazione impiantata o di un circuito integrato complicato“, ha aggiunto Hugh Lee. “Quando si cambia la direzione del campo magnetico, il microdispositivo si muove come l’ago di una bussola con un magnete nelle vicinanze. Possono far parte di un sistema di shunt impiantabile o di un sistema di drenaggio extraventricolare”.
Hugh Lee ha rivelato il microdispositivo al Purdue Research Foundation Office of Technology Commercialization, che ha depositato un brevetto sulla proprietà intellettuale. Il prossimo passo per sviluppare ulteriormente il microdispositivo per ricevere l’approvazione dalla Food and Drug Administration statunitense per uno studio first-in-human.
Per quanto riguarda l’Italia, l’ictus è la terza causa di decesso dopo le malattie cardiache e il cancro. L’ictus conta in Italia circa 200.000 casi ogni anno, di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive, che riguardano soggetti precedentemente colpiti.
In un’intervista rilasciata a Repubblica, Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), colpito da ictus nel 2019, ha dichiarato: “La parola ictus fa paura, cerchiamo di rimuoverla ma è la causa più importante di disabilità nel nostro paese, la terza di morte, e ci dobbiamo fare i conti. Solo guardandoli in faccia, i problemi si possono risolvere. Dopo, puoi rimettere in piedi la tua vita”.
La Professoressa Simona Marcheselli, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia d’urgenza e Stroke Unit di Humanitas, ha osservato: “Si parla di ictus ischemico quando un trombo – ovvero un coagulo di sangue – occlude un’arteria del cervello impedendo il regolare flusso circolatorio; l’ictus emorragico, invece, è causato dalla rottura di un’arteria cerebrale. In questo caso, il sangue fuoriesce e causando un ematoma, danneggia o uccide i neuroni circostanti”.
“Il primo sintomo percepito è la fatica nel movimento degli arti. Spesso chi ha un ictus in corso lamenta difficoltà alla vista perché “scompare una parte del campo visivo“, “non si ricordano le parole e si fatica a parlare“. Nel caso di emorragia cerebrale c’è spesso mal di testa, ma anche mancanza di forza, formicolio e mancanza di sensibilità a braccia e gambe. Quando si presentano questi sintomi è fondamentale rivolgersi subito al medico: “L’ictus ischemico – ha spiegato la Professoressa – deve essere trattato entro 4 – 5 ore, altrimenti i farmaci utilizzati per riaprire i vasi occlusi rischiano di essere non solo inutili ma dannosi”.