Il futuro delle previsioni meteo e del monitoraggio climatico europeo è iniziato il 13 agosto 2025, con il lancio di MetOp-SG-A1, il primo satellite della nuova generazione MetOp. Nonostante sia ancora in fase di test, ha già mandato a Terra immagini e dati che fanno intuire il suo potenziale.
Il debutto del MetOp-SG-A1
Il satellite è decollato dalla Guyana francese a bordo di un razzo Ariane 62, frutto della collaborazione tra ESA (Agenzia Spaziale Europea) ed Eumetsat, l’organizzazione che gestisce i satelliti meteorologici del vecchio continente. È il primo di sei satelliti previsti, organizzati in tre coppie: i modelli A come questo si concentrano su strumenti ottici e a microonde, mentre i modelli B avranno spettrometri dedicati a ozono, vento e radiazione. Insieme garantiranno dati continui almeno fino al 2045.
I primi strumenti già al lavoro

Due sensori sono stati attivati pochi giorni dopo il lancio e hanno iniziato a inviare dati spettacolari.
- MWS (Microwave Sounder): rileva temperatura e umidità nell’atmosfera, anche in presenza di nuvole. È grazie a lui se abbiamo già visto la prima mappa globale, con il caratteristico “ricciolo” di nubi lasciato dall’ex uragano Erin sull’Atlantico e le alte temperature estive registrate in Europa.
- RO (Radio Occultation sounder): sfrutta i segnali GPS e Galileo per ricostruire profili dettagliati di temperatura, pressione e umidità sia nella troposfera che nella ionosfera. Oltre 1.600 osservazioni al giorno, un numero che garantisce copertura anche in aree finora poco monitorate.
Perché è importante
La qualità di questi dati apre a nuove possibilità per meteorologi e climatologi. Profili atmosferici così densi e precisi permetteranno previsioni più affidabili, ma anche un monitoraggio più fine dei cambiamenti climatici. In particolare, la capacità di osservare zone remote o oceaniche, dove i dati scarseggiavano, rappresenta un salto in avanti notevole.

Come ha spiegato Simonetta Cheli, direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’ESA, i dati raccolti saranno “critici per almeno i prossimi 20 anni”. E non si tratta solo di previsioni meteo: conoscere meglio l’atmosfera significa anche migliorare la gestione delle emergenze, l’agricoltura di precisione e persino le telecomunicazioni, visto che la ionosfera influenza direttamente i segnali satellitari.
Il futuro della missione
MetOp-SG-A1 è solo il primo passo. Il suo compagno di viaggio, MetOp-SG-B1, è già in fase finale di preparazione e partirà nel 2026. Insieme formeranno una coppia complementare che amplierà ancora di più le capacità di osservazione. Con altre due coppie di satelliti in arrivo negli anni successivi, l’Europa si assicura un’infrastruttura spaziale stabile e avanzata per le prossime due decadi.