Gli scienziati hanno sviluppato un nuovo metodo per studiare le faglie, che potrebbe migliorare le previsioni sui terremoti, fornendo informazioni su dove iniziano, come si diffondono e quali aree potrebbero essere più colpite.
Un precedente “metodo” prevedeva l’uso della muscovite per lo studio dei terremoti (ed eventuale previsione), ma questo metodo va un po’ oltre, visto che analizza i graffi delle faglie.
Un articolo pubblicato sulla rivista Geology descrive questo metodo, che aiuta a determinare le origini e le direzioni delle rotture sismiche del passato, ed esse sono informazioni preziose per modellare scenari futuri di terremoti sulle principali faglie.
Nuovo metodo per lo studio dei sismi: come funziona?
Esaminando sottili graffi curvi lasciati sul piano di faglia dopo un terremoto, simili alle tracce di pneumatici lasciate dopo una gara di velocità, gli scienziati possono determinare la direzione da cui i terremoti sono arrivati a quel punto.
“I piani di faglia accumulano questi graffi curvi, che fino ad ora non sapevamo osservare né interpretare“, ha spiegato Nic Barth, geologo dell’Università della California a Riverside e primo autore dello studio.
Graffi curvi sono stati osservati sulle superfici di faglia dopo diverse rotture storiche, tra cui i terremoti di Ridgecrest del 2019 in California; modelli al computer hanno confermato che la forma della curvatura indica la direzione da cui è arrivato il terremoto.
Questo studio è il primo a dimostrare che il metodo può essere applicato per identificare le posizioni di terremoti preistorici e può essere utilizzato per studiare faglie in tutto il mondo, contribuendo a prevedere gli effetti di possibili futuri terremoti e migliorare le valutazioni dei rischi su scala globale.
“I graffi indicano la direzione e l’origine di un terremoto passato, potenzialmente fornendo indizi su dove potrebbe iniziare un futuro terremoto e dove si dirigerà. Questo è fondamentale per la California, dove prevedere la direzione di un terremoto su faglie come la San Andreas o la San Jacinto potrebbe significare una previsione più accurata del suo impatto“, ha detto Barth.
Il nuovo metodo e l’origine dei sismi
Dove inizia un terremoto e dove si propaga possono influenzare significativamente l’intensità delle scosse e il tempo che le persone hanno per percepirle; per esempio, gli scienziati hanno dimostrato che un grande terremoto che si origina sulla faglia di San Andreas vicino al Salton Sea e si propaga verso nord indirizzerà energia più distruttiva verso la regione di Los Angeles rispetto a un terremoto più vicino a LA che si muove in direzione opposta.
In uno scenario più ottimistico, un terremoto che inizia più lontano potrebbe permettere ai sistemi di allerta tramite cellulare di dare agli abitanti di Los Angeles un avviso di circa un minuto prima dell’arrivo delle scosse, salvando potenzialmente vite.
La faglia alpina della Nuova Zelanda è nota per il suo regolare intervallo temporale tra grandi terremoti, il che la rende una scelta più semplice per studiare il comportamento delle faglie ed è noto che questa faglia si rompe a intervalli quasi metronomici di circa 250 anni.
Questo studio fornisce due informazioni preziose sulla faglia alpina: in primo luogo che il più recente terremoto nel 1717 si è propagato da sud a nord, uno scenario che secondo i modelli provoca scosse molto più intense nelle aree popolate; in secondo luogo stabilisce che grandi terremoti possono iniziare da entrambe le estremità della faglia, cosa che non si sapeva in precedenza.
“Possiamo ora utilizzare le tecniche e le competenze sviluppate sulla faglia alpina per esaminare le faglie nel resto del mondo. Poiché c’è un’alta probabilità di un grande terremoto nel sud della California nel prossimo futuro, cercare questi segni curvi sulla faglia di San Andreas è un obiettivo ovvio“, ha detto Barth.
In definitiva, Barth e il suo team sperano che gli scienziati di tutto il mondo inizino ad applicare questa nuova tecnica per svelare la storia passata delle loro faglie; Barth è particolarmente entusiasta di applicare questa tecnica alla rete di faglie della California, inclusa la famigerata faglia di San Andreas, per migliorare le previsioni e la preparazione in una delle regioni più soggette a terremoti degli Stati Uniti.
“Non c’è dubbio che queste nuove conoscenze miglioreranno la nostra comprensione e modellazione del comportamento dei terremoti in California e nel mondo intero“, ha concluso.