Secondo un recente studio, uno dei farmaci più ampiamente accessibili, la melatonina, spesso usata per trattare i disturbi del sonno, e comunissimo tra chi fa voli internazionali per ricalibrare il proprio sonno a causa del Jet Lag, sembrerebbe essere un trattamento efficace per il Covid-19, sia per quanto riguarda il trattamento stesso, sia per quanto riguarda la prevenzione.
Secondo gli autori dello studio –pubblicato su Cellular and Molecular Life Sciences–, le prove ottenute indicherebbero che la melatonina potrebbe essere una delle opzioni più economiche e disponibili sul mercato per combattere i decessi ed i ricoveri dovuti al covid-19, dando una speranza a tutti per la cura e il trattamento del virus.
Lo studio approfondito su questo farmaco tuttavia non è dovuto al caso, infatti già in passato era stata ripetutamente evidenziata come una possibile terapia per malattie gravi, questo grazie alle sue proprietà antivirali e soprattutto al suo non essere tossica, ecco perché gli studi clinici di adesso mirano a testare quanto sia efficace nel trattamento covid-19 quando usata dagli umani, sebbene si sia già sperimentata su alcuni pazienti ospedalizzati, ottenendo esiti positivi.
Sebbene ci siano i vaccini, la pandemia è comunque in essere, e la ricerca di un trattamento per i casi gravi è passata in un certo senso “in secondo piano”, anche perché si è scelto di massimizzare gli sforzi nella medicina preventiva, che grazie allo sviluppo del vaccino mRNA ha di certo enormi passi avanti.
Nonostante ciò, con un così alto numeri di casi, e la presenza o l’insorgenza di un’entità patologica accessoria durante il covid, che di conseguenza portano a ricoveri ospedalieri, è ancora necessaria un’azione per il trattamento di queste persone che, ad oggi, non hanno modo di combattere ad armi pari contro la malattia.
Dettagli dello studio sulla melatonina e le sue proprietà anti covid-19
Lo studio analizza l’uso del farmaco in vari ambiti e in un ampio spettro di casi, iniziando dall’analizzare i pazienti che sviluppano la sepsi, una malattia che può verificarsi quando il corpo ha una risposta estrema all’infezione sistemica, questo in quanto l’infiammazione provoca danni diffusi agli organi principali, inoltre questa può in seguito trasformarsi in shock settico, e la conseguente cura in terapia intensiva.
Sia la sepsi, che lo schock settico, fanno parte delle cause comuni per le quali la gente infetta da Covid-19 muore, e secondo le prove riportate nello studio, la melatonina sembrerebbe essere in grado di aiutare il paziente, ma come? Secondo i test, inibirebbe la tempesta di citochine che causa questa reazione immunitaria del nostro corpo, inoltre andrebbe ad agire anche nei cavi più gravi di Covid-19 con infezioni da agenti patogeni batterici o fungini.
La melatonina inibisce anche una proteina chiamata HIF1-α che è fortemente implicata nella mortalità dei pazienti e nelle tempeste di citochine innescate da una grave infezione da COVID-19. Si ritiene che un elevato HIF1-α sia coinvolto nel danno ai polmoni e ad altri organi prima dell’insufficienza totale d’organo e le attuali ipotesi suggeriscono che la melatonina possa ridurre il danno respiratorio attraverso l’inibizione di questa proteina.
Sebbene il farmaco sembri avere tutti gli strumenti per respingere il COVID-19 e le infezioni risultanti, gli studi clinici rimangono in corso e sono disponibili dati limitati nel mondo reale per suggerire che le ipotesi siano veritiere.
Gli studi utilizzano varie dosi di melatonina, che vanno da due milligrammi (una dose standard già disponibile) a 600 milligrammi, e sono stati riportati risultati positivi che dimostrano che anche dosi elevate rimangono sicure. Sei studi hanno ora mostrato esiti positivi più elevati nei pazienti trattati con melatonina, con livelli di ossigeno nel sangue più elevati riportati mentre sono state osservate diminuzioni della mortalità e della sepsi.
Gli autori riconoscono che, sebbene le prove suggeriscano fortemente l’efficacia della melatonina rispetto a COVID-19, è necessario apportare miglioramenti ai progetti di studio delle prove future. La maggior parte dei dati attualmente disponibili non proviene da studi in doppio cieco, il che significa che esiste la possibilità che esistano bias in alcuni risultati.
Se sei attratto dalla scienza o dalla tecnologia, continua a seguirci, così da non perderti le ultime novità e news da tutto il mondo!