“È naturale, che male può fare?” quante volte lo sentiamo dire. Peccato che “naturale” non sia sinonimo di “sicuro”. La melatonina, pur essendo un ormone che il nostro corpo produce, è tutt’altro che innocua se usata senza criterio, soprattutto nei bambini.
Un recente approfondimento pubblicato su BMJ nell’agosto 2025 ha acceso i riflettori su un fenomeno in crescita: l’aumento massiccio dell’uso di melatonina in età pediatrica, spesso senza prescrizione e senza consapevolezza dei possibili rischi.
Il boom negli Stati Uniti (e il picco durante la pandemia)
Dal 2012 al 2021, le chiamate ai centri antiveleni americani per ingestione di melatonina nei bambini sono aumentate del 530%, raggiungendo 260.435 casi in dieci anni. Nel 2021, la melatonina ha rappresentato il 4,9% di tutte le segnalazioni pediatriche, contro lo 0,6% del 2012.
I dati diventano ancora più preoccupanti se si guarda alle conseguenze: oltre 4.000 ricoveri, 287 bambini finiti in terapia intensiva, 5 casi che hanno richiesto ventilazione meccanica e 2 decessi in piccoli sotto i 2 anni.
Il picco di casi si è registrato tra il 2019 e il 2020, in coincidenza con il primo lockdown: più tempo in casa, orari sballati, genitori stressati e difficoltà nel gestire il sonno.
Italia e Regno Unito: regole molto diverse
In Italia, la melatonina fino a 1 mg è classificata come integratore alimentare e può essere acquistata senza ricetta. Sopra questa soglia diventa farmaco soggetto a prescrizione.
Nel Regno Unito, invece, la melatonina è un medicinale da prescrizione: viene somministrata solo in casi specifici e sotto stretto controllo medico, soprattutto in ambito pediatrico. Questa differenza normativa riflette un approccio più prudente alla sostanza.
Il caos dei dosaggi: quando l’etichetta inganna
Uno studio del 2017 pubblicato su Journal of Clinical Sleep Medicine ha analizzato diversi prodotti a base di melatonina trovando una variabilità enorme: dal −83% al +478% rispetto a quanto indicato sull’etichetta, con differenze tra lotti fino al 465%.
Come se non bastasse, nel 26% dei campioni è stata rilevata serotonina un’altra molecola con effetti biologici, non dichiarata.
Tradotto: pensi di dare a tuo figlio 1 mg di melatonina, ma in realtà potrebbe riceverne meno della metà… o quasi cinque volte tanto.
Effetti a lungo termine: una zona grigia
La melatonina è un neuro ormone che interagisce con altri sistemi ormonali, inclusi quelli legati alla crescita e alla maturazione sessuale. Ad oggi non esistono dati certi sugli effetti a lungo termine dell’uso prolungato in bambini sani.
Gli studi disponibili riguardano per lo più bambini con disturbi neurologici, cecità o patologie del ritmo sonno veglia. Sull’uso in bambini sani, la letteratura è scarsa e gli esperti invitano alla massima cautela.
Quando può avere senso usarla

I pediatri concordano su un punto: la melatonina in età pediatrica va considerata solo in casi selezionati, come nei bambini con disturbi del neurosviluppo (autismo, ADHD) e solo dopo che le terapie comportamentali non hanno funzionato.
Sotto i 2 anni, l’uso è generalmente sconsigliato: in questa fase i risvegli notturni hanno anche una funzione protettiva naturale, riducendo il rischio di SIDS (morte improvvisa del lattante).
Il marketing che seduce i genitori stanchi
Caramelle gommose colorate, gusti fruttati, confezioni accattivanti… tutto studiato per sembrare innocuo e “amichevole”. Ma non bisogna dimenticare che la melatonina è un ormone.
Il rischio è che genitori esausti, alla ricerca di una soluzione rapida per i problemi di sonno, la usino come scorciatoia, senza affrontare le cause reali dell’insonnia.
Le alternative prima del farmaco
Prima di aprire il flacone, i pediatri raccomandano di:
- Stabilire una routine serale regolare
- Ridurre l’uso di schermi almeno un’ora prima di dormire
- Creare un ambiente buio e silenzioso
- Evitare pasti pesanti o stimolanti prima di andare a letto
In molti casi, queste strategie migliorano il sonno senza ricorrere a integratori o farmaci.
la melatonina nei bambini non è un “tranquillante naturale” privo di rischi. Può avere un ruolo in situazioni cliniche precise e sotto controllo medico, ma l’uso generalizzato e non supervisionato può esporre a dosaggi imprecisi, effetti imprevisti e incognite a lungo termine.
Vuoi leggere altre analisi scientifiche chiare e documentate? Seguici su Instagram e porta la scienza nel tuo feed ogni giorno.