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Meglio un’anatra grande come un cavallo o 100 cavalli grandi come un’anatra?

La risposta potrebbe spiegare l’evoluzione delle società complesse

Andrea Tasinato 57 secondi fa Commenta! 6
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Sembra una domanda da meme, ma nasconde un principio molto serio: il compromesso tra quantità e qualità: meglio un’anatra grande come un cavallo o 100 cavalli grandi come un’anatra? Un nuovo studio scientifico suggerisce che proprio questo trade-off abbia guidato l’evoluzione delle società animali più complesse, a partire da quelle delle formiche.

Contenuti di questo articolo
Formiche “low cost” è meglio? Meno armatura, più individuiPerché le formiche sono un modello perfettoL’armatura ha un prezzo (e non è basso)Meno robustezza individuale, più forza collettivaPiù specie grazie a meno risorseDalle formiche agli esseri umani (e ai sistemi tecnologici)

Secondo una ricerca pubblicata il 19 dicembre 2025 su Science Advances, alcune specie di formiche hanno avuto successo non rendendo i singoli individui più forti, ma rendendoli più economici da produrre.

Formiche “low cost” è meglio? Meno armatura, più individui

Il team di ricerca ha scoperto che molte specie di formiche investono poco nella cuticola, lo strato rigido dell’esoscheletro che funge da armatura e riducendo questo investimento, le colonie liberano risorse preziose – come azoto e minerali – che possono essere usate per produrre più lavoratori.

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Meglio un’anatra grande come un cavallo o 100 cavalli grandi come un’anatra?

Il risultato? Colonie enormi formate da individui meno resistenti singolarmente, ma estremamente efficaci come sistema collettivo.

“Quando una società diventa più complessa, i singoli individui possono diventare più semplici“, spiega Evan Economo, autore senior dello studio e direttore del Dipartimento di Entomologia dell’Università del Maryland. “Compiti che un organismo solitario dovrebbe svolgere da solo vengono distribuiti a livello di gruppo“.

In termini evolutivi, i ricercatori parlano di individui “più economici”: meno risorse per unità, più unità totali.

Perché le formiche sono un modello perfetto

Le formiche rappresentano uno dei migliori esempi di sistemi distribuiti naturali. A seconda della specie, una colonia può essere composta da poche decine di individui o arrivare a milioni di membri, senza alcuna struttura centrale di comando.

“Le formiche sono ovunque“, osserva Arthur Matte, primo autore dello studio e dottorando all’Università di Cambridge. “Eppure non comprendiamo ancora del tutto le strategie biologiche che hanno permesso questa incredibile diversificazione“.

L’ipotesi dei ricercatori era chiara: la dimensione della colonia potrebbe dipendere da quanto costa costruire ogni singolo individuo.

L’armatura ha un prezzo (e non è basso)

La cuticola protegge dalle malattie, dalla disidratazione e dai predatori, oltre a fornire supporto meccanico ai muscoli. Ma produrla è costoso: richiede nutrienti rari e limitati.

Per testare la loro ipotesi, i ricercatori hanno analizzato scansioni a raggi X 3D di oltre 500 specie di formiche, misurando il volume corporeo totale e quello dedicato alla cuticola.

Meglio un’anatra grande come un cavallo o 100 cavalli grandi come un’anatra?

Il risultato è sorprendente: la cuticola può rappresentare dal 6% al 35% del corpo di una formica. Inserendo questi dati in modelli evolutivi, emerge una tendenza netta: meno cuticola significa colonie più grandi.

Meno robustezza individuale, più forza collettiva

Ridurre l’armatura rende le singole formiche più vulnerabili, ma favorisce l’emergere di comportamenti sociali avanzati: foraggiamento cooperativo, difesa condivisa del nido, divisione del lavoro.

“Le formiche stanno spostando l’investimento dal singolo al sistema“, spiega Matte. “È un processo simile a quello che vediamo nell’evoluzione della multicellularità: cellule individualmente semplici, ma capaci insieme di una complessità enorme“.

Non solo: lo studio ha trovato una correlazione diretta tra basso investimento nella cuticola e alta diversificazione evolutiva, ovvero la capacità di generare nuove specie: un risultato raro e particolarmente significativo per chi studia l’evoluzione degli insetti sociali.

Più specie grazie a meno risorse

Perché meno armatura porta a più specie? Una spiegazione plausibile è che individui con minori requisiti nutrizionali riescano a colonizzare ambienti più poveri di risorse.

“Aver bisogno di meno azoto rende queste specie più adattabili“, spiega Matte, che ha iniziato la ricerca durante uno stage all’Okinawa Institute of Science and Technology.

Meglio un’anatra grande come un cavallo o 100 cavalli grandi come un’anatra?

Inoltre, con l’aumento della complessità sociale, molte funzioni difensive vengono assorbite dal gruppo: protezione del nido, controllo delle malattie, difesa collettiva. Questo riduce ulteriormente la necessità di una “armatura” individuale, creando un ciclo di rinforzo positivo.

Economo lo definisce con ironia «l’evoluzione della schiacciabilità»: non tutti gli insetti sono fatti per resistere, ma per funzionare insieme.

Dalle formiche agli esseri umani (e ai sistemi tecnologici)

I parallelismi con il mondo umano sono evidenti. Nella storia militare, cavalieri pesantemente corazzati sono stati sostituiti da eserciti numerosi e specializzati. Le Leggi di Lanchester, sviluppate durante la Prima guerra mondiale, dimostrano matematicamente come grandi numeri di combattenti più deboli possano sopraffare un’élite ristretta.

“Il compromesso tra quantità e qualità è ovunque“, conclude Matte. “Nel cibo che mangiamo, nei contenuti che consumiamo, nei sistemi che costruiamo“.

In altre parole: le formiche ci mostrano che scalabilità, distribuzione e riduzione dei costi unitari non sono concetti nati con l’informatica, ma strategie evolutive antichissime.

E forse, alla fine, è davvero meglio affrontare 100 cavalli grandi come un’anatra.

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