Sei pronto a vedere Barbie parlare come una vera persona o una Magic 8 Ball che ti risponde con frasi intelligenti (o quasi)? Sembra uno scherzo, ma non lo è. Mattel ha appena annunciato una partnership con OpenAI per integrare l’intelligenza artificiale nei suoi giocattoli. Il nome giusto per questa nuova era? Giocattoli con intelligenza artificiale. E il futuro del gioco sta per cambiare, nel bene o nel male.
Dalla progettazione al gioco parlante
L’obiettivo? Usare l’IA non solo per creare nuovi giochi, ma anche per farli interagire attivamente con i bambini. Mattel non ha ancora svelato i primi prodotti, ma le ipotesi sono già nell’aria: assistenti vocali basati sui personaggi più famosi, giochi da tavolo che “parlano” e chissà cos’altro.
“Stiamo per reinventare il futuro del gioco,” ha detto Josh Silverman, responsabile franchise di Mattel. E sì, la parola chiave è proprio quella: reinventare.
Ma l’IA è davvero adatta ai bambini?
E qui arrivano i dubbi grossi come una casa. Perché mentre Mattel sogna giocattoli con intelligenza artificiale che intrattengono e educano, gli esperti di salute mentale stanno lanciando l’allarme. Uno studio della Stanford School of Medicine ha chiarito una cosa: gli “amici virtuali” con IA non sono sicuri per gli under 18.
Cosa succede se un bambino si affeziona a un giocattolo che sembra vivo, che risponde, che finge empatia? Se già gli adulti hanno difficoltà a distinguere IA e realtà, figuriamoci un bambino.
Il caso del ragazzo e dell’IA che gli ha spezzato il cuore

Non è solo teoria. L’anno scorso un ragazzo di 14 anni si è tolto la vita dopo aver sviluppato un legame emotivo con un chatbot su Character.AI. Il bot sembrava reale, coinvolgente, ma non era una persona. E l’IA, come sappiamo, ogni tanto “impazzisce”: inventa fatti, supera i propri limiti, rompe i suoi stessi freni di sicurezza.
Pensare che qualcosa del genere possa essere messo in mano a un bambino… fa venire i brividi.
Mattel ci tiene a precisare che…
Non si tratterà di cedere i propri personaggi a OpenAI. La collaborazione è tecnica, non creativa: i contenuti resteranno sotto il controllo Mattel. Ma la direzione è chiara: tra Barbie parlanti e Hot Wheels intelligenti, i giocattoli con intelligenza artificiale saranno presto ovunque.
E mentre OpenAI cerca accordi anche con Hollywood, Mattel cavalca l’onda post-Barbie (quella del film blockbuster 2023) per espandere il suo regno.
Una moda che non guarda ai rischi?
Diciamolo senza mezzi termini: ogni settore, dai videogiochi alla finanza, dall’arte ai giocattoli, vuole infilare l’IA ovunque. Non sempre perché ha senso. Ma perché fa trend. E funziona sul piano del marketing.
Il problema è che quando si parla di bambini, i margini di errore sono zero. Se un gioco intelligente diventa anche minimamente pericoloso, o crea dipendenza emotiva, le conseguenze non sono un bug: sono un dramma.
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