Maria Antonietta è stata una delle sovrane più note di tutti i tempi, soprattutto per via degli scandali che si sono sempre associati al suo nome, ma che in realtà non corrispondono effettivamente a quanto davvero accaduto. Uno dei più clamorosi esempi è il cosiddetto affare della collana, uno degli scandali più grandi dell XVIII secolo che danneggiò notevolmente la reputazione già fragile della regina e al tempo stesso della monarchia francese.
Lo scandalo della collana: ecco cosa (non) c’entrava Maria Antonietta
Questo episodio è stato caratterizzato da tantissimi inganni, truffe e manipolazioni che hanno messo in mostra solo alcuni degli intrighi che erano presenti alla Corte di Versailles. Il tutto cominciò da un gioiello creato da Charles Auguste Boehmer e Paul Bassenge, due gioiellieri parigini: si trattava di una bellissima collana, estremamente costosa e realizzata con 647 diamanti.
In origine questo gioiello era stato pensato per Madame du Barry, l’amante di re Luigi XV, ma alla morte di quest’ultimo lei cadde in disgrazia e di conseguenza i gioiellieri si ritrovarono senza un acquirente per tale gioiello. Fu proprio in quel momento che una truffatrice decise di approfittare dell’occasione per avere un ottimo ritorno: lei si chiamava Jeanne de la Motte e riuscì a convincere il cardinale Rohan, un membro molto influente nel clero francese, che la regina Maria Antonietta volesse acquistare in totale segretezza quel gioiello.
In base alle parole di Jeanne, la regina non poteva permettersi di acquistare pubblicamente un simile gioiello, vista l’eccessiva spesa che sarebbe costato e, utilizzando un escamotage, ossia delle false lettere con una firma finta della regina, Jean riuscì a convincere il cardinale facendogli credere di essere diventato un intermediario di quell’acquisto.
Per rendere il tutto ancora più veritiero, Jeanne aveva assoldato una prostituta per far sì che impersonasse la regina e, durante un incontro notturno, il cardinale si incontrò con la presunta Maria Antonietta, in modo tale da poter constatare di prima persona che effettivamente lei fosse interessata alla collana e al tempo stesso volesse continuare lo scambio di quelle lettere non effettivamente formali, che nascondevano un interesse amoroso.
Di conseguenza il cardinale Rohan accettò di acquistare la collana a nome della regina, affermando che sarebbe stata pagata per una cifra di 1.6 milioni di livre a rate. La regina ricevette una lettera relativa all’acquisto della collana, ma pensando che si trattasse di uno scherzo decise di bruciarla. Nel mentre, la collana fu consegnata a Jeanne che la smontò e vendette diamanti separatamente. Ovviamente, quando i gioiellieri non ricevettero il pagamento previsto si rivolsero direttamente alla regina che rimase estremamente sorpresa dell’accaduto.
Nonostante Maria Antonietta fosse effettivamente innocente in tutta questa storia e Jeanne e la prostituta vennero condannate, dalla popolazione francese venne comunque considerata colpevole e coinvolta in questo affare e di conseguenza la sua immagine pubblica ne risentì notevolmente.