Un nuovo studio condotto dal Karolinska Institutet (una delle università mediche più rinomate al mondo) e pubblicato sulla prestigiosa rivista The BMJ, rivela un’innovazione che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui vengono diagnosticate le malattie del fegato: bastano tre analisi del sangue comuni per prevedere, anche con 10 anni di anticipo, il rischio di sviluppare gravi patologie epatiche come la cirrosi o il tumore al fegato.

Il test sulle malattie epatiche è semplice, ma dietro c’è un algoritmo avanzato
Il test si basa su un modello chiamato CORE, sviluppato con metodi statistici avanzati. Analizza cinque parametri molto semplici: età, sesso e i livelli di AST, ALT e GGT, tre enzimi del fegato che chiunque può aver già misurato almeno una volta nei normali esami del sangue.
Grazie a questi dati, l’algoritmo è in grado di calcolare il rischio individuale di sviluppare malattie epatiche gravi nei successivi 10 anni.

“Parliamo di malattie in forte aumento, che spesso vengono diagnosticate troppo tardi”, spiega Rickard Strandberg, ricercatore affiliato al Karolinska Institutet. “Con questo strumento possiamo intervenire prima, in modo mirato”.
Il calcolatore è già online e gratuito
Il bello è che il sistema è già pronto all’uso: medici e infermieri possono accedere al calcolatore online gratuito su www.core-model.com
“È un passo avanti fondamentale per portare la diagnosi precoce delle malattie del fegato nella medicina generale”, spiega il professor Hannes Hagström, uno degli autori principali dello studio.
“Esistono già terapie per le persone a rischio, e questo strumento può aiutarci a identificarle prima che sia troppo tardi”.
Studio su oltre 480.000 persone: l’IA batte i metodi tradizionali
Il modello è stato testato su oltre 480.000 persone a Stoccolma, con un follow-up durato fino a 30 anni. Risultato? Circa l’1,5% ha sviluppato cirrosi, cancro al fegato o ha avuto bisogno di un trapianto, ma il modello CORE è riuscito a prevedere con accuratezza l’88% dei casi, battendo i metodi attualmente più usati come FIB-4.

Inoltre, il test è stato validato anche su popolazioni in Finlandia e nel Regno Unito, ottenendo lo stesso livello di precisione.
“Il FIB-4 non è adatto alla popolazione generale. CORE, invece, è uno strumento pensato proprio per la medicina di base”, sottolinea Hagström.
Prossimi passi: integrazione nei sistemi sanitari per la prevenzione di malattie epatiche
I ricercatori vogliono ora testare il modello su categorie ad alto rischio come le persone con diabete di tipo 2 o obesità, e integrarlo nei sistemi informatici delle cartelle cliniche per facilitarne l’adozione a livello nazionale.
Lo studio è frutto di una collaborazione tra Svezia e Finlandia e ha ricevuto finanziamenti da enti pubblici svedesi, università e fondazioni per la ricerca contro il cancro e l’obiettivo finale è rendere lo screening epatico tanto semplice quanto misurare la pressione o la glicemia.
Perché questo studio sulla prevenzione di malattie epatiche è così importante?
Perché è un esempio perfetto di tecnologia applicata alla medicina preventiva, che usa algoritmi e IA leggera per fare diagnosi predittiva in modo semplice, efficace e accessibile e in un’epoca in cui si parla sempre più di sanità digitale, questo tipo di strumenti possono rivoluzionare non solo la medicina, ma anche il nostro rapporto con la salute.