Un team di archeologi egiziani ha fatto una scoperta straordinaria in un antico cimitero nella necropoli di Tuna el-Gebel, a sud del Cairo, hanno trovato un rotolo di papiro eccezionalmente lungo che contiene estratti del famoso Libro dei Morti, una raccolta di incantesimi funerari usati dagli antichi egizi per aiutare le anime dei defunti a raggiungere l’aldilà.
Il papiro, che misura tra i 13 e i 15 metri di lunghezza, è in buone condizioni e presenta testi geroglifici e illustrazioni colorate. Secondo il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità, il papiro apparteneva a una donna chiamata “signora Ta-de-Isa”, figlia di un sommo sacerdote di una divinità chiamata Djehuti. La donna era stata sepolta insieme a due cassette di legno contenenti vasi canopi, nei quali erano conservati i suoi organi interni.
Il cimitero, che risale al Nuovo Regno (dal XVI all’XI secolo a.C.), conteneva anche altre bare di legno e pietra con mummie in buono stato di conservazione, e proprio tra i defunti c’erano alti funzionari e sacerdoti del Tempio di Amon, tra cui una musicista e un supervisore dei tori sacri.
Il Libro dei Morti non era un libro vero e proprio, ma piuttosto una serie di formule magiche che variavano da tomba a tomba. Gli incantesimi avevano lo scopo di proteggere i morti dai pericoli dell’oltretomba e di garantire loro una rinascita felice. Alcuni degli incantesimi più famosi sono il “Capitolo per non morire una seconda volta” e il “Capitolo per il giudizio dell’anima”, in cui il cuore del defunto viene pesato sulla bilancia di Maat, la dea della verità e della giustizia.
La scoperta del papiro è stata annunciata dal Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità in un comunicato stampa, in cui si sottolinea l’importanza del ritrovamento per lo studio della religione e della cultura dell’antico Egitto. Il papiro sarà esaminato da esperti per determinare il suo contenuto esatto e il suo significato storico.
Cos’è il libro dei morti?
Il Libro dei Morti è uno dei testi più antichi e affascinanti della storia dell’umanità, si tratta di una raccolta di incantesimi funerari che gli antichi egizi usavano per aiutare le anime dei defunti a superare le prove e i pericoli dell’oltretomba e a raggiungere la vita eterna.
Il nome “Libro dei Morti” è una traduzione moderna del titolo originale egizio, che significa “uscire alla luce del giorno”. Gli egizi credevano infatti che la morte fosse solo una transizione verso un’altra esistenza, in cui il defunto doveva rinascere come un essere glorificato, per farlo però doveva affrontare una serie di sfide, tra cui il superamento di porte custodite da guardiani mostruosi, il viaggio attraverso il regno di Osiride, il dio dei morti, e il giudizio finale davanti alla bilancia di Maat.
Il Libro dei Morti conteneva le formule magiche necessarie per superare queste sfide e per proteggere il defunto dai nemici e dalle forze del male. Gli incantesimi erano scritti su rotoli di papiro o su altri supporti, come stoffe, amuleti, statue e pareti delle tombe, inoltre il Libro dei Morti non era un testo unico e standardizzato, ma variava da epoca a epoca e da individuo a individuo. Ogni defunto poteva scegliere gli incantesimi che riteneva più adatti alla sua situazione e alle sue preferenze.
Il Libro dei Morti si sviluppò nel corso di circa 1500 anni, dal Nuovo Regno (dal XVI all’XI secolo a.C.) fino all’epoca romana (dal I secolo a.C. al IV secolo d.C.), con il numero degli incantesimi che arrivò a oltre 200, ma nessun rotolo li conteneva tutti, alcuni dei più famosi sono:
- il “Capitolo per non morire una seconda volta”, in cui il defunto dichiara la sua identità divina e la sua innocenza davanti ai 42 giudici dell’oltretomba;
- il “Capitolo per il giudizio dell’anima”, in cui il cuore del defunto viene pesato sulla bilancia di Maat contro una piuma, simbolo della verità e della giustizia. Se il cuore è leggero, il defunto può accedere alla vita eterna; se è pesante, viene divorato da un mostro chiamato Ammit;
- il “Capitolo per trasformarsi in un uccello falcone”, in cui il defunto ottiene la capacità di volare liberamente nel cielo e di visitare i luoghi sacri della terra;
- il “Capitolo per trasformarsi in una pianta di loto”, in cui il defunto si identifica con il dio solare Ra, che nasce ogni giorno da un fiore di loto;
- il “Capitolo per respirare sotto l’acqua”, in cui il defunto può immergersi nel fiume celeste senza annegare.
Il Libro dei Morti è una fonte preziosa per conoscere la religione e la cultura dell’antico Egitto, in particolare le sue credenze sull’aldilà e sulla magia, per di più il testo rivela anche aspetti della vita quotidiana, delle relazioni sociali e delle aspirazioni degli egizi comuni, che speravano di godere di una vita felice dopo la morte.
La scoperta del papiro lungo 15 metri nella necropoli di Tuna el-Gebel è un evento eccezionale, che arricchisce il patrimonio culturale dell’Egitto e del mondo intero. Si tratta di uno dei rotoli più lunghi mai trovati, che contiene probabilmente una selezione ampia e varia di incantesimi, e come detto in precedenza, gli studiosi sperano di poterlo analizzare in dettaglio e di scoprire i suoi segreti millenari.
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