Il 32-bit, o per essere precisi, l’architettura x86 è stata per molti di noi una sorta di “compagnia”, vuoi i primi PC con Windows 95 installato, vuoi anche le prime console a 32-bit (vedi la primissima PlayStation), ormai sono veramente pochissimi i sistemi operativi che si “ostinano” a voler tenere “alta” questa architettura.
Oggigiorno, sostanzialmente, dagli smartphone ai PC, abbiamo tutto (o quasi) a 64-bit, vuoi l’architettura ARM64 degli smartphone e dei tablet o quella x64 delle schede madri per computer.
Vediamo adesso, com’è messa questa architettura hardware al giorno d’oggi.
Quali sistemi operativi supportano ancora l’architettura x86 al giorno d’oggi?
In realtà a supportare l’architettura x86 a 32-bit, non ci sono moltissimi sistemi operativi, sebbene siano più di quanto ci si possa immaginare.
Windows 10 x86 (32-bit)
Ironicamente il sistema operativo più famoso al mondo, Windows, nella versione Windows 10 possiede una versione a 32-bit che sarà supportata fino al 2025.
Solitamente, tuttavia, Windows 10 a 32-bit rispetto ad altri sistemi operativi (ad esempio basati su Linux), ha delle richieste hardware non indifferenti per la media degli hardware x86, ciò limita non poco la sua installazione su macchine datate.
Non a caso, solitamente, Windos 10 a 32-bit era preinstallato su macchine a 64-bit ma “deboli” in hardware (ad esempio con sole 2 gb di RAM), come alcuni convertibili di inizio anni 10 del 2000 nei quali, sebbene l’architettura fosse x64, il BIOS limitiva l’installazione alla versione x86 di Windows 8.1 e 10.
Windows 11, successivamente, abbandonerà definitivamente il 32-bit.
ReactOs, una curiosa copia di Windows
Inizialmente noto come “FreeWin95”, proponendosi successivamente come “erede open source di Windows”, ReactOS, è sostanzialmente un sistema operativo che cerca di sostituirsi alle versioni di Windows vecchie, cercando portare avanti la vecchia scuola anni 90 di Windows.
Purtroppo, sebbe il sistema operativo giri abbastanza veloce su apparecchiature datate con architettura x86, poiché richiede risorse hardware davvero molto basse; sfortunatamente è ben lontano dall’essere un sistema stabile.
La mancanza di driver idonei (più che altro la loro reperibilità) e una compatibilità non propriamente ottimale, fa sì che questo sistema mostri spesso l’equivalente della BSOD (schermata blu della morte) dei sistemi Windows, con la quale abbiamo più o meno tutti avuto a che fare almeno una volta nella nostra vita informatica.
Il mondo Linux ha pensato all’architettura x86?
Se da un lato la risposta è sì, dall’altro ci sta un curioso fatto: Ubuntu e distribuzioni affini hanno abbandonato l’architettura x86 a 32-bit ben prima di Windows, mettendo non poca difficoltà agli utenti che ancora usano macchine a 32.
Ciononostante esistono sistemi operativi dedicati che sono studiati apposta per computer molto vecchi che utilizzano ancora l’architettura x86.
Q4OS
Con una grafica minimale e richiamante gli Windows storici (un po’ il 95/98, un po’ ME), Q4OS si propone come un’alternativa per ripristinare vecchi computer, curiosamente supporta anche nativamente i driver Nvidia (cosa non affatto scontata nel mondo Linux).
Zorin OS Lite x86
Anche ZorinOS che si propone come “il sostituto Linux di Windows” ha una sua versione per architettura x86, il link per scaricarla è un po’ nascosto (voglia di dismetterlo definitivamente? Chissà…), ma c’è.
Puppy Linux
Come Q4OS, anche Puppy Linux si propone, con una grafica ancora più minimale, di recuperare questi vecchi dispositivi.
Questi sono solo alcuni dei più noti, ma di distribuzioni Linux ce ne sono veramente a bizzeffe, basta fare qualche ricerca su un qualsiasi motore di ricerca per rendersene conto, anche con architettura x86.
Problemi di prestazioni
Purtroppo la stragrande maggioranza di questi PC farà fatica a far girare un video su YouTube anche a 360p per capirci, quindi devi valutare se il gioco vale la candela nel resuscitare queste vecchie macchine.
Certo se non hai pretese, guardi solo la posta ogni tanto, e il tuo vecchio PC x86 lo usi per retrogaming o come “macchina da scrivere”, forse la cosa può avere un senso, in altri casi no.
L’architettura x86 “inglobata” nella x64
Dato che l’architettura a 32-bit ha fatto parte di buona parte della nostra “vita informatica”, di fatto non può essere ignorata.
Sia su Windows che su Linux, di fatto, è possibile in un qualche modo “richiamarla” con strumenti di compatibilità o con “trucchetti”.
Windows x64, nativamente riesce a far girare programmi x86 senza tanti problemi, vero che potrebbe esserci bisogno di librerie apposite, ma molti programmi “eredi” di questa architettura spesso si prodigano loro stessi di installarti sul PC quel che serve.
Analogamente Linux ha la possibilità di poter aggiungere l’architettura x86 con una semplice riga di comando da terminale (sudo dpkg –add-architecture i386), quando poi farai sudo apt update, e successivi sudo apt upgrade, i software si arrangeranno loro a “mettersi apposto”.
E così, sebbene l’era delle macchine a 32-bit sia terminata, in un qualche modo l’architettura x86 ha di fatto lasciato un segno indelebile, il quale è visibile sul software ancora oggi.