Una squadra di ricercatori della Sun Yat-Sen University in Cina, in un recente studio, ha sviluppato una lente a contatto che può essere sfruttata per monitorare i cambiamenti della pressione oculare e per somministrare farmaci contro il glaucoma quando necessario. I ricercatori hanno portato avanti la ricerca sperimentandola sui maiali e i conigli.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications.
Lente a contatto per il trattamento del glaucoma: ecco i risultati della ricerca
Il glaucoma è una patologia che causa pressione all’interno dell’occhio che porta al danno del nervo ottico, che può provocare cecità parziale o completa. La malattia è stata storicamente difficile da trattare a causa di cambiamenti apparentemente casuali della pressione oculare: i pazienti non possono sentire quando la pressione aumenta e quindi non sanno quando applicare i colliri.
In questa nuova ricerca, gli esperti hanno sviluppato una lente a contatto capace di monitorare continuamente la pressione nell’occhio e, nel momento in cui vengono raggiunte determinate soglie, può somministrare automaticamente farmaci nella camera anteriore attraverso la barriera corneale, fornendo sollievo diretto e scongiurando i danni.
La lente a contatto è a doppio strato con una sacca d’aria tra gli strati. La sacca d’aria funge da parte di un sistema elettrico a sbalzo: la pressione dall’interno dell’occhio comprime la sacca d’aria, avvertendo i componenti elettronici della necessità di somministrare la brimonidina, che viene spinta da una piccola corrente elettrica dalla parte inferiore della lente attraverso la cornea e negli occhi. Lo strato esterno è costituito da sei lastre di rame che fungono da attivatori disposte ad anello attorno alla pupilla.
Il design della lente a contatto prevede piccoli moduli di brimonidina lungo il bordo, disposti in modo da non ostacolare la vista. I ricercatori hanno dichiarato che la lente a contatto è minimamente invasiva e conferisce all’iride del paziente una tonalità dorata. Gli scienziati hanno anche specificato che è wireless e priva di batteria e potrebbe essere plausibilmente utilizzata per trattare un’ampia varietà di patologie oculari. Potrebbe anche essere abbinata a un’app per smartphone per fornire ai pazienti informazioni sulla salute dei loro occhi.
Finora i ricercatori hanno testato la loro lente su conigli e maiali e l’hanno trovata in grado di monitorare continuamente i cambiamenti della pressione oculare e di somministrare brimonidina quando era necessario.
In Italia, durante la settimana mondiale del glaucoma, Mario Barbuto, presidente di IAPB Italia Onlus, ha dichiarato: ““Almeno 1 milione e 200mila persone in Italia sono a rischio glaucoma ma solo la metà lo sa. Il Glaucoma è una malattia che fa perdere la vista ma può essere curato, nella maggior parte dei casi, con un semplice collirio. Per questo è essenziale farsi visitare regolarmente da un Medico Oculista per diagnosticare tempestivamente la malattia. Non bruciare la tua vista: una visita di controllo può proteggerti dal glaucoma”.
“il glaucoma è la seconda causa di cecità al mondo ed è particolarmente insidioso, perché non presenta sintomi in fase iniziale nella maggiorparte dei casi ma si avverte solo quando il danno al nervo ottico e alla vista è irreparabile”, ha continuato Barbuto.
“Per non distrarsi, per non sottovalutare il glaucoma, l’informazione diventa elemento cardine per difendersi dalla malattia – ha concluso Barbuto – La prevenzione dipende dalle scelte attive dei singoli. E le scelte dipendono dalla loro consapevolezza. La visita oculistica ogni anno dopo i sessant’anni – e ogni due tra i 40 e i 60 – si conferma la principale forma di prevenzione”.
Stefano Miglior, direttore della clinica oculistica Policlinico di Monza, Università Milano Bicocca, nonché Presidente dell’Associazione italiana Studio Glaucoma, ha dichiarato: “Il glaucoma è una patologia degenerativa e se non viene monitorata e controllata con la terapia farmacologica o chirurgica porta alla cecità irreversibile. Coinvolge in genere, entrambi gli occhi determinando danni permanenti al nervo ottico (oggi è la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati)”.
“Il fattore di rischio più importante è la pressione oculare elevata, ma in un terzo dei casi viene osservato in pazienti con pressione oculare normale – ha spiegato Miglior – Il soggetto può andare incontro a una progressiva riduzione del campo visivo fino alla visione cosiddetta “tubulare” che dà l’impressione di guardare attraverso un cono, perché si riesce a vedere solo una piccola parte di ciò che si ha davanti”.
“Non esiste una cura definitiva, ma la patologia può solo essere rallentata. È stato osservato che in alcuni pazienti glaucomatosi si assisterebbe anche a una progressiva compromissione strutturale e funzionale di zone cerebrali non propriamente deputate alla visione. Non è raro che le persone non si accorgano, anche per lungo tempo, di esserne affette e arrivino dall’oculista quando la situazione è ormai già compromessa. I controlli oculistici periodici sono fondamentali”.
“Le metodiche diagnostiche del glaucoma non sono invasive e si basano su tre fattori – ha concluso Stefano Miglior – disponibilità dell’individuo sano a sottoporsi a visite oculistiche di controllo ripetute nel tempo (se l’individuo è a conoscenza di parenti stretti affetti da glaucoma, farebbe bene a cominciare a farsi visitare già in età giovanile); esperienza del clinico oculista che visita il presunto paziente; corretta interpretazione dei risultati degli esami di riferimento in rapporto ai dati clinici osservati sul presunto paziente”.