Si ritiene che il Sagittario A*, una sorgente di onde radio molto compatta e luminosa al centro della Via Lattea, abbia creato una serie di enormi bolle (le bolle di Fermi) che si estendono per decine di migliaia di anni luce sopra e sotto il piano della Via Lattea, ed un nuovo studio ha proposto un modello per spiegare come ciò sia potuto accadere.
Oltre un decennio fa, gli astronomi, utilizzando il telescopio spaziale Fermi Gamma-Ray della NASA hanno scoperto le bolle di Fermi, ovvero delle vaste strutture di gas estremamente caldo che si estendono per 25.000 anni luce, inoltre in tempi più recenti, c’è stato un nuovo rilevamento da parte dell’osservatorio eROSITA, il quale ha scoperto le bolle eROSITA, simili a quelle di Fermi ma che si estendono oltre a quasi 36.000 anni luce.
Tornando alle bolle di Fermi, la loro origine è incerta, tuttavia su una cosa gli scienziati sono certi, ovvero che il fatto che siano simmetrici rispetto al disco galattico significa che c’è un probabile colpevole, ovvero il Sagittario A*.
Come riportato da Nature Astronomy, il nuovo modello collega le bolle di Fermi, le bolle eROSITA e la foschia a microonde che circonda il centro galattico, in uno scenario nel quale tutte queste componenti sono la conseguenza di un singolo evento di attività del getto del buco nero supermassiccio avvenuto alcuni milioni di anni fa.
Le bolle di Fermi e il processo di analisi
Un modello al computer ha preso in considerazione il modo in cui il gas scorre intorno alla Via Lattea (in particolare il suo nucleo), l’energia che i getti prodotti da un buco nero possono fornire, la gravità del sistema e la presenza di particelle ad alta energia note come raggi cosmici.
“La nostra simulazione è unica in quanto tiene conto dell’interazione tra i raggi cosmici e il gas all’interno della Via Lattea. I raggi cosmici, iniettati con i getti del buco nero, si espandono e formano le bolle di Fermi che brillano nei raggi gamma”
ha affermato in una nota l’autrice principale, la professoressa Karen Yang, della National Tsing Hua University di Taiwan, la quale ha poi in seguito aggiunto:
“La stessa esplosione spinge il gas lontano dal centro galattico e forma un’onda d’urto che viene osservata mentre le bolle di eRosita. La nuova osservazione delle bolle eRosita ci ha permesso di limitare in modo più accurato la durata dell’attività del buco nero e di comprendere meglio la storia passata della nostra stessa galassia”.
Il loro lavoro non trova supporto per una visione alternativa che vedesse una maggiore formazione di stelle (un cosiddetto starburst) nel nucleo della Via Lattea come causa delle bolle. Avrebbe bisogno che un tale evento duri 10 milioni di anni e un’iniezione di energia così prolungata renderebbe, secondo la simulazione, strutture drammaticamente diverse. Lo scenario del getto di buchi neri invece deve durare solo 100.000 anni.
“Le nostre scoperte sono importanti nel senso che abbiamo bisogno di capire come i buchi neri interagiscono con le galassie in cui si trovano all’interno, perché questa interazione consente a questi buchi neri di crescere in modo controllato invece di crescere in modo incontrollabile.
Se credi nel modello di queste bolle di Fermi o eRosita come guidate da buchi neri supermassicci, puoi iniziare a rispondere a queste domande profonde”.
ha aggiunto il coautore Mateusz Ruszkowski, dell’Università del Michigan.
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