La NASA è sempre in fermento per quello che riguarda le nuove prospettive tecnologiche e questa volta si è concentrata sui “guanti smart” che daranno agli astronauti la possibilità di guidare i droni, ma anche altre macchine come i robot, grazie a dei sensori che rilevano i movimenti delle dita, permettendogli contemporaneamente di svolgere altre funzioni, poiché le mani saranno completamente libere.
Il design dei guanti smart è stato progettato dalla startup Ntention che ha sede in Norvegia ed è stato rivisto poi dalla NASA è dall’Istituto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di esplorare il Cosmo.
La nuova tecnologia, chiamata micro controller, permetterà non solo di interfacciarsi con droni o altre apparecchiature in assenza di gravità, ma consentirà un più facile studio della materia della galassia grazie ai movimenti delle mani degli astronauti, che trasmetteranno le informazioni per mezzo di una tecnologia wireless all’impianto messo in contatto con i guanti. La raccolta dati non solo è innovativa, ma anche intuitiva, e va a semplificare il lavoro degli astronauti che con un semplice gesto potranno scattare fotografie, raccogliere campioni e registrare video.
Pascal Lee, scienziato del Seti e del Mars Institute, ha dichiarato: “La tecnologia è wireless, quindi si può applicare per guidare i robot ovunque nello spazio, poiché si tratta di un’interazione in tempo reale. Al momento è però necessario che l’operatore umano e l’oggetto siano relativamente vicini l’uno all’altro. Il guanto intelligente di Ntention utilizza un microcontrollore per leggere diversi tipi di sensori che catturano perfino i movimenti leggeri della mano e delle dita, e li trasferisce su un dispositivo mobile che controlla il drone o altri robot. Ciò può essere molto utile ad esempio per la raccolta di un campione fuori portata o di qualcosa che deve essere isolato perché contaminato”.
La sperimentazione del prototipo dei guanti smart è avvenuta sull’isola di Devon, situata nell’Arcipelago artico canadese, a Nunavut, uno dei 13 luoghi nel mondo che richiama le caratteristiche di alcuni pianeti del sistema solare.