Mentre nel mondo sta ancora nascendo la nuova e molto discussa tecnologia di reti mobili 5G, la Cina dimostra ancora una volta di fare sul serio in ambito tech e innovation. Infatti, dopo il lancio della rete 5G più grande al mondo, lungo 50 città cinesi, di qualche giorno fa, il colosso asiatico ha annunciato l’istituzione di un nuovo centro di ricerca che si occuperà dello sviluppo del 6G.
La richiesta è arrivata direttamente dal governo cinese, in particolare proprio dal Ministero della Scienza e Tecnologia, che ha insistito affinchè si cominciasse con largo anticipo per un lancio previsto nel 2030. Altre voci, sempre dal ministero cinese, parlano di sviluppo di questa nuova tecnologia già dal 2018. Dopo la diatriba tra USA e Cina, in particolare tra Trump e Huawei, è lecito pensare che questo annuncio in pompa magna sia anche una provocazione su scala mondiale per creare scalpore, una sorta di guerra fredda tecnologica; in ogni caso, rimangono solide e innegabili le loro potenzialità.
Andando per gradi, ricordiamo che l’ancora attualissimo 4G (e 4G+) permette di raggiungere una velocità di connessione fino a 300 Mbps, mentre il 5G, ancora non supportato dalla quasi totalità degli smartphone sul mercato e disponibile solo in alcuni stati (e solo in alcune città) nel mondo, raggiunge velocità fino a 1 Gbps. Ebbene, col 6G la Cina promette il raggiungimento dell’incredibile velocità di 1 Terabit per secondo! Considerando che alcune zone periferiche, rurali e montane d’Italia fanno ancora fatica ad essere raggiunte dalla rete 4G, per quanto ci riguarda stiamo praticamente parlando di fantascienza; d’altronde il “Bel Paese” non si è mai distinto su questo fronte.
Ma ci serve davvero tutta questa velocità? La risposta è “sicuramente si!”. Col rapido avanzare di nuove tecnologie, trasmissione di big data, intelligenza artificiale, guida autonoma, servizi streaming di contenuti come videogiochi e quant’altro, il progresso delle reti veloci non può che giovare a noi utenti finali e al mondo intero; ricordiamoci che stiamo comunque parlando del prossimo decennio. D’altra parte però, lo Stato cinese è conosciuto per le sue politiche di controllo un po’ troppo severe e dittatoriali, attuate per mezzo di telecamere di sorveglianza con riconoscimento facciale e questo tipo di tecnologia andrebbe a migliorare questo genere di controlli.
W il progresso! Complimenti per l’articolo!