I koolakamba o kooloo-kamba sono degli ipotetici ibridi tra scimpanzé (genere Pan) e gorilla (genere Gorilla), e questi animali sono stati segnalati in Africa fin dalla metà del XIX secolo, ma non esiste alcuna prova empirica che ne dimostri l’esistenza, si tratta quindi di una leggenda o di una speculazione basata su osservazioni errate o su casi di mutazioni o anomalie genetiche. In questo articolo cercheremo di esaminare le origini, le caratteristiche e le evidenze dei koolakamba dal punto di vista scientifico e tecnico, dal punto di vista zoologico, quando si son sentiti le prime volte, come, e tutte le ultime info al riguardo.
Innanzitutto analizziamo le origini del nome il quale deriva dalle parole usate dalle popolazioni indigene (Nkomi e Bakalai) nella regione del fiume Ovenga dell’Africa occidentale centrale, oggi Gabon; queste popolazioni usavano il termine “kooloo” per indicare il verso caratteristico di questa scimmia, diverso da quello degli altri primati della zona, mentre il termine “kamba” invece significa “parlare” nella lingua Commi (Nkomi). Il nome koolakamba significa quindi “parla kooloo” o “parla come una scimmia”.
Il primo a usare il nome fu l’esploratore francese Paul Du Chaillu, che visitò il Gabon tra il 1856 e il 1859 e tra il 1863 e il 1865. Du Chaillu raccolse diverse testimonianze e leggende sulle scimmie della regione, tra cui quella dei koolakamba, inoltre egli stesso affermò di aver ucciso e studiato alcuni esemplari di koolakamba, descrivendoli come degli ibridi tra scimpanzé e gorilla. Du Chaillu pubblicò le sue osservazioni e le sue illustrazioni nei suoi libri Explorations and Adventures in Equatorial Africa (1861) e A Journey to Ashango-Land (1867).
Dopo aver scoperto l’origine del nome, vediamo le caratteristiche di questa fantomatica specie; secondo Du Chaillu, i koolakamba avevano delle caratteristiche fisiche che li distinguevano sia dagli scimpanzé che dai gorilla, tra queste caratteristiche possiamo trovare:
- una struttura pelvica corta e larga, simile a quella degli umani;
- una cresta sopraorbitale prominente, simile a quella dei gorilla;
- delle arcate zigomatiche alte, simili a quelle dei gorilla;
- un muso meno sporgente di quello degli scimpanzé;
- una dentatura in cui gli incisivi superiori e inferiori si incontravano formando una superficie di macinazione, diversa da quella degli scimpanzé e dei gorilla;
- una capacità cranica maggiore di quella degli scimpanzé.
Du Chaillu sostenne che queste caratteristiche erano il risultato dell’incrocio tra un maschio di gorilla e una femmina di scimpanzé, egli escluse la possibilità inversa perché riteneva che una femmina di gorilla non avrebbe potuto partorire un figlio con una testa così grande, inoltre ipotizzò anche che i koolakamba fossero sterili, come gli altri ibridi animali.
Le evidenze dei koolakamba
Le affermazioni di Du Chaillu sui koolakamba non furono mai confermate da altri studiosi o da prove empiriche, infatti non esiste alcuna prova genetica, morfologica o comportamentale che dimostri l’esistenza di ibridi tra scimpanzé e gorilla, al contrario, esistono diverse ragioni per escludere questa possibilità, tra cui:
- la distanza geografica tra le aree di distribuzione degli scimpanzé e dei gorilla, con i primi che vivono in una fascia che va dal Senegal alla Tanzania, mentre i secondi vivono in due aree separate: una nell’Africa centrale e una nell’Africa orientale. Le due specie si sovrappongono solo in alcune zone limitate, dove non sembrano interagire tra loro;
- la differenza genetica tra gli scimpanzé e i gorilla, essi diversero da un antenato comune circa 10 milioni di anni fa e hanno accumulato molte differenze nel numero, nella forma e nella disposizione dei cromosomi. Queste differenze rendono molto improbabile la formazione di gameti compatibili tra le due specie e la nascita di un ibrido fecondo;
- la differenza comportamentale tra gli scimpanzé e i gorilla. Gli scimpanzé e i gorilla hanno sistemi sociali, abitudini alimentari e modalità di comunicazione molto diversi tra loro, i primi vivono in gruppi multi-maschili e multi-femminili, con una gerarchia basata sull’aggressività e sull’alleanza, mentre i secondi vivono in gruppi uni-maschili e multi-femminili, con un maschio dominante che protegge e controlla le femmine. Gli scimpanzé sono onnivori e si nutrono di frutta, foglie, insetti e occasionalmente di carne.
I gorilla sono erbivori e si nutrono principalmente di foglie, steli e radici. Gli scimpanzé usano una varietà di vocalizzazioni, gesti e espressioni facciali per comunicare tra loro. I gorilla usano soprattutto il linguaggio del corpo e dei movimenti per comunicare tra loro.
Queste differenze rendono molto improbabile che le due specie si attraggano reciprocamente e si accoppino tra loro.
Quindi, se i koolakamba non sono degli ibridi tra scimpanzé e gorilla, cosa sono? Ci sono due possibili spiegazioni alternative: la prima è che siano degli scimpanzé con delle mutazioni o che siano delle anomalie genetiche che li fanno assomigliare ai gorilla, ipotesi sostenuta da alcuni casi documentati di scimpanzé con delle caratteristiche insolite, come una cresta sopraorbitale prominente, una dentatura diversa o una capacità cranica maggiore, caratteristiche che potrebbero essere dovute a delle variazioni naturali nella popolazione degli scimpanzé o a delle malattie ereditarie o acquisite.
La seconda alternativa è che i koolakamba siano una specie a sé stante, diversa sia dagli scimpanzé che dai gorilla. Questa ipotesi è sostenuta da alcuni ricercatori che ritengono che i koolakamba siano dei discendenti diretti dell’antenato comune tra gli scimpanzé e i gorilla, che si sarebbero evoluti in modo indipendente dalle altre due specie. Questa ipotesi richiederebbe però di trovare delle prove fossili o genetiche che confermino l’esistenza di questa specie ancestrale e la sua sopravvivenza fino ai giorni nostri.
Le ultime info sui koolakamba risalgono al 2016, quando un team di ricercatori ha pubblicato uno studio sul DNA mitocondriale di alcuni esemplari di scimpanzé conservati nei musei, tra cui quelli uccisi e studiati da Du Chaillu. Lo studio ha confrontato il DNA mitocondriale degli scimpanzé con quello dei gorilla e degli umani, per verificare se ci fossero delle tracce di ibridazione tra le specie.
Lo studio ha mostrato che il DNA mitocondriale degli scimpanzé era molto simile a quello degli altri scimpanzé e molto diverso da quello dei gorilla e degli umani, perciò è stato esclusa la possibilità che i koolakamba fossero degli ibridi tra scimpanzé e gorilla o tra scimpanzé e umani. Lo studio ha anche escluso la possibilità che i koolakamba fossero una specie a sé stante, diversa sia dagli scimpanzé che dai gorilla ed ha quindi confermato l’ipotesi che i koolakamba fossero degli scimpanzé con delle mutazioni o delle anomalie genetiche che li facevano assomigliare ai gorilla.
Ricapitolando, i koolakamba sono degli ipotetici ibridi tra scimpanzé e gorilla, segnalati in Africa fin dalla metà del XIX secolo, ma mai provati empiricamente, si tratta quindi di una leggenda o di una speculazione basata su osservazioni errate o su casi di mutazioni o anomalie genetiche e le prove scientifiche e tecniche escludono la possibilità che le due specie si possano incrociare tra loro o che esista una specie a sé stante, diversa sia dagli scimpanzé che dai gorilla.
L’ipotesi più plausibile è che i koolakamba siano degli scimpanzé con delle caratteristiche insolite, dovute a delle variazioni naturali o a delle malattie e sono quindi un esempio di come la natura possa creare delle forme diverse e sorprendenti, ma anche di come la fantasia umana possa creare delle storie affascinanti e misteriose.
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