Nuove ricerche indicano che questo particolare oggetto roccioso proviene dal cratere Giordano Bruno sulla Luna, lanciato nello spazio a seguito di un violento impatto.
Kamo’oalewa, scoperto nel 2016, è un asteroide dalle dimensioni ridotte, che misura tra i 40 e i 100 metri di diametro e completa una rotazione su se stesso ogni 28 minuti. Segue un’orbita ellittica attorno al Sole, parallela a quella terrestre, e si comporta in modo tale da sembrare quasi un satellite del nostro pianeta, pur essendo indipendente dalla sua gravità.
Le simulazioni recentemente pubblicate su Nature Astronomy hanno chiarito che l’origine di Kamo’oalewa è da ricercarsi in un evento di impatto sulla Luna, precisamente nel cratere Giordano Bruno, uno dei crateri più giovani e notevoli del nostro satellite. Gli studi spettroscopici confermano che la composizione di Kamo’oalewa è sorprendentemente simile a quella delle rocce lunari, molto più che a quella degli asteroidi comuni.
Kamo’oalewa: la scoperta e le implicazioni future
Queste scoperte non solo risolvono un enigma di lunga data riguardante la nostra “quasi Luna”, ma aprono anche nuove strade per la ricerca futura. Ad esempio, la missione cinese Tianwen-2, prevista per il 2025, ha l’obiettivo di riportare campioni di Kamo’oalewa sulla Terra. Questo non solo potrebbe confermare definitivamente le sue origini lunari, ma anche offrire uno sguardo senza precedenti sotto la superficie della Luna.
La ricerca ha rivelato che l’evento che ha generato il cratere Giordano Bruno potrebbe aver scagliato fino a 400 frammenti delle dimensioni di Kamo’oalewa nello spazio. Questi frammenti, seguendo traiettorie stabili e vicine alla Terra, potrebbero ancora essere da qualche parte vicino a noi, aspettando di essere scoperti.
Questa scoperta potrebbe non solo arricchire la nostra comprensione della geologia lunare ma anche migliorare la nostra capacità di monitorare e prevedere le traiettorie degli oggetti vicini alla Terra.
Hai mai pensato a quanto sia straordinario che pezzi della Luna possano finire a orbitare vicino alla Terra? Credi che le prossime missioni possano rivelare altri segreti del nostro universo?