Nel cuore del sud della Francia, a Cadarache, sta prendendo forma ITER, il più ambizioso progetto scientifico del nostro tempo.
Il suo scopo è riprodurre sulla Terra il processo che alimenta il Sole: la fusione nucleare, la reazione che unisce i nuclei leggeri di idrogeno per generare enormi quantità di energia.
ITER, acronimo di International Thermonuclear Experimental Reactor, nasce nel 1985 come collaborazione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, poi estesa a Unione Europea, Giappone, India, Cina e Corea del Sud.
Oggi coinvolge 3.500 ricercatori di 140 istituti in 35 Paesi.
Un cammino lungo quarant’anni

Il nome “Iter”, in latino “cammino”, non è casuale: rappresenta il percorso dalla ricerca di laboratorio verso la produzione di energia da fusione su larga scala.
L’obiettivo è chiaro ma ambizioso: dimostrare che si può ottenere più energia di quanta ne serve per avviare la reazione, rendendo la fusione una fonte realmente sostenibile.
Dopo anni di trattative e modifiche tecniche, il cantiere di Cadarache è diventato il cuore pulsante della corsa mondiale all’energia delle stelle.
Come funziona la fusione con il finto Sole
A differenza della fissione nucleare, che divide gli atomi e genera scorie radioattive, la fusione li unisce, liberando energia pulita e sicura.
Per farlo serve ricreare un plasma, una miscela di deuterio e trizio (due isotopi dell’idrogeno), e riscaldarlo a temperature di decine di milioni di gradi.
A queste condizioni, gli elettroni si separano dai nuclei e il plasma diventa un fluido elettricamente conduttivo.
All’interno di ITER, il plasma sarà confinato e mantenuto stabile grazie a 18 enormi magneti superconduttori che generano campi magnetici potentissimi.
In Italia, a Padova, si sta costruendo anche l’acceleratore di fasci neutri che servirà a innescare il processo di fusione.
Un’impresa globale

Il progetto ITER è una collaborazione scientifica senza precedenti.
Secondo le stime del 2015, la costruzione ha superato i 14 miliardi di dollari.
L’Unione Europea finanzia circa la metà dei costi, con un impegno di 6,6 miliardi di euro fino al 2020 e ulteriori fondi per le fasi successive.
L’Italia, attraverso l’ENEA, contribuisce con una quota del 12-13%.
Il direttore del dipartimento Fusione nucleare dell’ENEA, Aldo Pizzuto, ha spiegato che questo investimento è una “scommessa sul futuro dell’energia pulita”.
Il calendario della fusione
Secondo il programma ufficiale, ITER dovrebbe entrare in funzione nel 2025.
Ne seguiranno almeno cinque anni di test e raccolta dati per ottimizzare il confinamento del plasma e misurare la resa energetica.
La fase successiva sarà quella del reattore dimostrativo DEMO, il prototipo destinato a produrre elettricità da fusione intorno al 2050.
Se il percorso avrà successo, sarà possibile realizzare centrali a fusione in grado di fornire energia su larga scala, senza emissioni e senza rifiuti radioattivi di lunga durata.
Perché la fusione è così importante
La fusione è considerata il Sacro Graal dell’energia pulita perché unisce tre elementi chiave: sicurezza, sostenibilità e disponibilità di carburante.
Il deuterio si trova nell’acqua di mare e il trizio può essere prodotto dal litio, rendendo la fonte quasi inesauribile.
A differenza della fissione, non ci sono rischi di incidenti catastrofici e non si generano scorie pericolose.
In un’epoca di crisi climatica e crescente domanda di elettricità, la fusione rappresenta una speranza concreta per il futuro energetico globale.
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