L’Islanda, terra di ghiaccio e fuoco, è da anni considerata un luogo ideale: natura mozzafiato, diritti garantiti, e una qualità della vita apparentemente invidiabile. Non è raro immaginare questo paese nordico come una sorta di utopia moderna. Ma cosa si cela davvero dietro il mito della felicità nordica? Il World Happiness Report colloca stabilmente i paesi nordici, Islanda compresa, tra i più felici al mondo. Ma quanto c’è di vero in tutto questo?
Le ragioni della felicità nordica (e le sue contraddizioni)
I risultati del World Happiness Report attribuiscono il benessere dei paesi nordici a elementi come:
• Un governo efficiente e trasparente, con un alto livello di fiducia nelle istituzioni.
• Un welfare state solido, che garantisce uguaglianza, servizi pubblici eccellenti e supporto ai cittadini in difficoltà.
• Una forte identità culturale, che rafforza il senso di appartenenza e collaborazione sociale.
L’Islanda eccelle in molti di questi ambiti, ma non è priva di sfide. Nonostante un salario medio di circa 2.800 euro, il costo della vita è elevato e il 36% della popolazione guadagna meno di questa cifra. Inoltre, il paese è al primo posto mondiale per consumo di antidepressivi: un dato che solleva interrogativi sulla reale qualità della vita degli islandesi.
L’altra faccia del benessere: alcolismo, isolamento e stress
Il binge drinking è un fenomeno diffuso nei paesi nordici, e l’Islanda non fa eccezione. La cultura del consumo responsabile, sebbene incentivata dal monopolio statale sugli alcolici, non è riuscita a ridurre del tutto le problematiche legate all’abuso di alcol. A questo si aggiungono disturbi della salute mentale, soprattutto tra i giovani e le donne tra i 50 e i 60 anni, spesso vittime di ansia e depressione.
Anche l’isolamento geografico e sociale può pesare. Le rigide condizioni climatiche, unite a un modello di socialità diverso da quello mediterraneo, alimentano un senso di solitudine che può sfociare in problematiche psicologiche.
Un’identità culturale unica
Nonostante le difficoltà, l’Islanda rimane un esempio affascinante di resilienza. Con una popolazione di soli 370.000 abitanti, il paese ha saputo costruire un’identità culturale forte, basata sulla narrazione e sulla creatività. Leggere e scrivere sono attività centrali nella vita degli islandesi: uno su dieci ha scritto un libro, e i libri restano tra i regali più apprezzati.
Felicità o convivenza?
L’Islanda, come gli altri paesi nordici, non è un paradiso senza problemi. La felicità qui, più che un obiettivo assoluto, sembra essere un delicato equilibrio tra sfide e conquiste. La vera lezione dell’Islanda è forse questa: anche in un ambiente estremo e complesso, è possibile costruire una società che punta alla convivenza e alla ricerca di significati più profondi.