Un nuovo studio della NYU Langone Health ha scoperto che un ridotto flusso sanguigno (la cosiddetta ischemia), la quale può invecchiare prematuramente il midollo osseo e indebolire le difese immunitarie contro il cancro.

La ricerca, pubblicata il 19 agosto su JACC-CardioOncology, mostra che nei topi con tumori al seno, la limitazione del flusso arterioso alle gambe ha portato a una crescita tumorale doppia rispetto ai topi con circolazione normale. Un dato che si aggiunge a uno studio del 2020 dello stesso team, che aveva osservato un effetto simile durante un infarto.
Cos’è l’ischemia?
L’ischemia si verifica quando depositi di grasso come il colesterolo si accumulano nelle pareti delle arterie, provocando infiammazione e coaguli che riducono l’apporto di sangue ricco di ossigeno. Quando colpisce le gambe, parliamo di malattia arteriosa periferica, una condizione molto diffusa che aumenta anche il rischio di infarto e ictus.
Secondo Kathryn J. Moore, professoressa di cardiologia alla NYU, il messaggio è chiaro: “Un flusso sanguigno compromesso stimola la crescita del cancro, indipendentemente da dove si verifichi nel corpo. Questo legame sottolinea l’importanza di affrontare i fattori di rischio metabolici e vascolari come parte di una strategia completa contro il cancro.”
Il sistema immunitario sotto stress
Lo studio ha evidenziato che la riduzione del flusso sanguigno non solo ostacola l’ossigenazione dei tessuti, ma riprogramma il midollo osseo e le cellule staminali vengono spinte a produrre più cellule “mieloidi” (monociti, macrofagi, neutrofili) che sopprimono la risposta immunitaria, a scapito dei linfociti T, fondamentali per combattere i tumori.

All’interno dei tumori stessi si accumulano così più cellule immunosoppressive, creando un ambiente favorevole alla crescita cancerosa. Non si tratta di un effetto temporaneo: i ricercatori hanno osservato cambiamenti genetici e strutturali a lungo termine, che rendono le cellule immunitarie meno capaci di contrastare il cancro.
Prospettive future
Per gli scienziati, questi risultati aprono nuove strade: dallo screening oncologico anticipato nei pazienti con malattia arteriosa periferica all’uso di terapie anti-infiammatorie mirate per contrastare le conseguenze dell’ischemia.

Lo studio è stato condotto dal team della NYU Grossman School of Medicine con il supporto di diverse fondazioni e del National Institutes of Health.
Conclusione
In sintesi: curare cuore e vasi sanguigni non serve solo a prevenire infarti e ictus, ma potrebbe essere cruciale anche per frenare la crescita del cancro.