Siamo abituati a pensare che più si invecchia, più ci si infiamma. Come se fosse scritto nel DNA: rughe, acciacchi… e un sistema immunitario in perenne stato di allarme. Ma ecco che arriva uno studio a rimettere tutto in discussione: l’infiammazione cronica non è una regola dell’invecchiamento, ma un effetto collaterale dello stile di vita moderno.
Sì, hai capito bene. Non è l’età il problema. Siamo noi.
L’invecchiamento infiammato è figlio della modernità
Lo studio è appena stato pubblicato su Nature Aging e ha coinvolto oltre 2.800 persone in quattro popolazioni molto diverse tra loro:
- Italia
- Singapore
- Tsimanè dell’Amazzonia boliviana
- Orang Asli delle foreste malesi
Il risultato? Italiani e singaporiani mostrano un aumento progressivo di infiammazione con l’età, misurata attraverso 19 molecole infiammatorie (le famose citochine).
E questa infiammazione è collegata a malattie croniche: cuore, reni, metabolismo, demenza.
Ma tra Tsimanè e Orang Asli? No inflammaging. Nonostante vivano in ambienti pieni di infezioni, non mostrano lo stesso legame tra età e malattie croniche. Anzi: si ammalano meno, invecchiano meglio.
Inflammaging: un concetto da rivedere
Il termine “inflammaging” si è fatto strada negli ultimi anni per descrivere quell’aumento di infiammazione sistemica che accompagna l’età. Solo che ora, questo studio guidato dall’Università di Sherbrooke (con la partecipazione italiana della Azienda USL Toscana Centro) ci dice che forse non è l’età a infiammarci… ma la vita che facciamo.
Pensaci: dieta ricca di zuccheri e calorie vuote, poca attività fisica, stress cronico, aria cattiva, ritmi sballati, zero esposizione a veri agenti infettivi.
In altre parole: viviamo in un mondo troppo sterile, troppo sedentario e troppo carico.
Ma allora che c’entra il sistema immunitario?

I ricercatori ipotizzano due cose:
- L’infiammazione cronica potrebbe essere una risposta sbagliata a uno stile di vita troppo “comodo”, in cui il sistema immunitario, non più impegnato a combattere vere infezioni, si sfoga contro il corpo stesso.
- Oppure, l’infiammazione potrebbe esserci anche in altre popolazioni, ma non si manifesta nel sangue, o non con le molecole che misuriamo oggi.
Insomma, forse stiamo guardando nel posto sbagliato, e serve un cambio di paradigma: nuovi biomarcatori, nuove tecniche per studiare l’infiammazione tissutale e cellulare nascosta.
Vivere più a lungo sì, ma non così
Il punto, alla fine, è uno: vivere più a lungo non basta se ci infiammiamo costantemente.
E se c’è qualcosa da imparare da chi vive nelle foreste è che attività fisica, cibo poco processato, vita all’aperto e un sistema immunitario “allenato” alle vere sfide possono essere una chiave per invecchiare meglio.
Magari non serve trasferirsi in Amazzonia. Ma qualche abitudine, forse, è il caso di rimetterla in discussione.
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