Da appassionato di tecnologia, sono certo che almeno una volta ti sarai domandato perché il mercato delle CPU sia duopolio esclusivo di Intel e AMD: dopotutto, per quale motivo altre aziende non dovrebbero provare ad inserirsi in un mercato così ampio, con numeri che superano i 70 milioni di PC venduti solamente nel terzo trimestre del 2020?
Per rispondere a questa domanda è necessario tornare indietro di esattamente 40 anni, quando IBM scelse il processore 8088 di Intel per il primo PC IBM con architettura x86: al lancio, questo PC sbaragliò la concorrenza spingendo diversi concorrenti fuori dal mercato, grazie alla versatilità e al rapporto prezzo/prestazioni che IBM era riuscita a creare.
Questa esplosione in popolarità portò gli sviluppatori a concentrarsi quasi esclusivamente sullo scrivere applicativi compatibili con l’architettura x86 di Intel, che crebbe a dismisura a causa dell’enorme domanda di chip, una domanda così elevata da costringere il brand a vendere la licenza x86 ad altre aziende, che sarebbero state in grado di produrre chip pagando una quota ad Intel.
Tra queste aziende clienti, entra in gioco il secondo grande protagonista di questa vicenda: AMD
Grazie alla licenza sull’architettura x86 e la conseguente possibilità di sviluppare i propri chip, AMD fin dagli anni 90 è stata in grado di migliorare e competere attivamente sul mercato con Intel, e sebbene non si tratti dell’unica azienda licenziataria per x86, le conoscenze e in particolare le risorse, come il possesso di diverse fabbriche per la produzione di CPU, si rivelarono fondamentali per imporsi attivamente come rivale numero uno di Intel nel mercato.
E le altre aziende licenziatarie che fine hanno fatto?
Semplice: inghiottite dal mercato, da scelte sbagliate o dalla mancanza di risorse.
Esempio degno di nota è Cyrix, che a metà degli anni 90 tentò di competere con la già popolare linea Pentium di Intel, promettendo grandi performance senza essere però in grado di rispettare l’impegno preso non solo a causa del madornale errore di concentrarsi su performance in applicativi integer, che vennero rapidamente scalzati dai floating point (qui per saperne di più) a causa della popolarità proprio dei processori Pentium molto più adatti e performanti in quel tipo di codifica, ma anche a causa della generale mancanza di fondi e risorse.
Per quanto riguarda gli altri competitor, banalmente non furono in grado di stare al passo con Intel e AMD, e costrinsero diverse aziende a passare ai più performanti e efficienti chip del team blu o del team rosso, come ad esempio Apple, che nel 2005 abbandonò la storica collaborazione con PowerPC in favore di un accordo con Intel durato fino al 2020.
Infine, l’arrivo della codifica a 64 bit, introdotta niente meno che da AMD con Athlon 64 e il conseguente sviluppo da parte di Intel di EM64T, tecnologia in grado di estendere le limitazioni delle proprie architetture a 32 bit anche sulle CPU Intel Xeon basate su core Nocona e in seguito anche su Pentium 4 con core Prescott della serie 6xx e Pentium D, si rivelò l’ultimo chiodo sulla bara per la concorrenza ad Intel e AMD, che non riuscì ad adattarsi in tempo per sopravvivere.
È bene precisare che durante l’articolo ci siamo soffermati su chip che adottano l’architettura x86: ci sono aziende come Qualcomm e Apple, che grazie all’adozione di chip basati su ARM, sono state in grado di costruirsi un ottimo mercato nell’ambito mobile e recentemente Apple, grazie all’arrivo del proprio chip M1 montato sui nuovi MacBook (ne abbiamo parlato qui) basato su architettura ARM, ha dimostrato come questa tecnologia possa avere un futuro non solo in un contesto mobile.
Alla luce di ciò che abbiamo detto in questo articolo, sarà davvero difficile per nuovi competitor entrare nel mercato delle CPU x86 e competere con Intel e AMD, e se la storia ci ha insegnato qualcosa, non bastano le buone intenzioni per farsi strada in un mercato competitivo, ma al contrario è necessaria la giusta combinazione tra risorse, idee e una strategia vincente. Per il momento pare non ci sia nessun contendente in vista, con grandi aziende come Amazon e Apple che preferiscono puntare sull’architettura ARM piuttosto che tentare un assalto al team rosso o il team blu, ma è bene tenere gli occhi aperti perché nel mondo della tecnologia, nulla è mai scontato.
Per non perderti le ultime novità in fatto di tecnologia e scienza, continua a seguirci sui nostri canali social Instagram e Facebook!