Uno studio pubblicato il 27 agosto su PLOS Mental Health ha mostrato che i pazienti affetti da insonnia che utilizzavano prodotti a base di cannabis medica hanno riportato una migliore qualità del sonno anche dopo 18 mesi di trattamento.
Insonnia e il ruolo che ha la cannabis nella sua cura
Secondo i dati raccolti da Arushika Aggarwal dell’Imperial College di Londra e dal suo team, circa una persona su tre soffre di difficoltà nel dormire bene e il 10% degli adulti soddisfa i criteri per un vero e proprio disturbo da insonnia e i trattamenti attualmente disponibili, però, non sono sempre facilmente accessibili e spesso presentano rischi di dipendenza.

Per capire se la cannabis medica possa rappresentare un’alternativa valida, i ricercatori hanno seguito 124 pazienti con insonnia, analizzando i loro progressi tra il primo e il diciottesimo mese di trattamento. I risultati parlano chiaro:
- miglioramento significativo della qualità del sonno nel tempo;
- riduzione di ansia e depressione;
- minore percezione del dolore.

Solo il 9% dei pazienti ha riportato effetti collaterali come stanchezza, secchezza delle fauci o insonnia, ma nessuno di questi è stato considerato grave.
Gli studi ancora non bastano
Il dottor Simon Erridge, co-autore dello studio e Direttore della Ricerca alla Curaleaf Clinic, ha commentato: “Il trattamento per l’insonnia con prodotti medicinali a base di cannabis ha portato a miglioramenti duraturi del sonno e dei sintomi d’ansia. Questi risultati sostengono il potenziale ruolo della cannabis medica come opzione laddove i trattamenti convenzionali non funzionano, anche se saranno necessari ulteriori studi clinici per confermare l’efficacia a lungo termine“.

Erridge ha aggiunto che la ricerca ha fornito «evidenze preziose dal mondo reale» e che alcuni segni di possibile tolleranza nel tempo evidenziano l’importanza di un monitoraggio costante e di piani terapeutici personalizzati.
Conclusione
In sintesi, lo studio apre la strada a nuove prospettive per il trattamento dell’insonnia, ma la comunità scientifica invita alla cautela: solo studi clinici più ampi potranno confermare definitivamente sicurezza ed efficacia della cannabis medica per i disturbi del sonno.