L’esposizione al piombo è responsabile di una serie di impatti sulla salute umana, con livelli relativamente bassi che influenzano lo sviluppo cognitivo dei bambini.
Gli scienziati del DRI hanno precedentemente utilizzato i dati sull’inquinamento atmosferico conservati nei ghiacci dell’Artico per identificare i periodi di inquinamento da piombo durante l’Impero Romano per arrivare ai giorni nostri, una nuova ricerca amplia questa scoperta per analizzare come tale inquinamento possa aver influenzato la popolazione europea.
La cosa curiosa è che solitamente nell’immaginario collettivo l’inquinamento è un problema moderno (o perlomeno che ha origine dalla rivoluzione industriale), ma come evidenzia questo studio, forse le cose non stanno esattamente così.
Lo studio sull’inquinamento da piombo nell’Antica roma
Lo studio, pubblicato il 6 gennaio negli Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha esaminato tre registrazioni di carote di ghiaccio per identificare i livelli di inquinamento da piombo nell’Artico tra il 500 a.C. e il 600 d.C. Questo periodo comprende l’ascesa della Repubblica Romana fino alla caduta dell’Impero Romano, con un focus sui circa 200 anni di massimo splendore dell’Impero, noti come Pax Romana.
Grazie agli isotopi del piombo, il team di ricerca ha potuto identificare le attività di estrazione e fusione dei metalli in Europa come probabile fonte di inquinamento durante questo periodo; modelli avanzati di simulazione del movimento atmosferico hanno poi prodotto mappe dei livelli di inquinamento da piombo atmosferico in tutta Europa.
Combinando questi dati con studi che collegano l’esposizione al piombo al declino cognitivo, i ricercatori hanno stimato una probabile riduzione dei livelli di QI di almeno 2-3 punti nella popolazione europea.
“Questo è il primo studio che utilizza un registro dell’inquinamento in una carota di ghiaccio per risalire alle concentrazioni atmosferiche di inquinanti e valutare gli impatti sull’uomo“, afferma Joe McConnell, professore di idrologia presso il DRI e autore principale dello studio. “L’idea che possiamo fare questo per eventi di 2.000 anni fa è piuttosto nuova ed entusiasmante.”
Testimonianze del passato conservate nel ghiaccio
Il laboratorio sulle carote di ghiaccio di McConnell al DRI ha trascorso decenni ad analizzare ghiacci provenienti da luoghi come la Groenlandia e l’Antartide, dove strati di ghiaccio si sono accumulati nel corso di millenni.
Utilizzando enormi trivelle, il team estrae colonne di ghiaccio lunghe fino a 3.400 metri, raggiungendo profondità sempre più lontane nella storia della Terra con ogni centimetro; la squadra di McConnell crea cronologie precise utilizzando i dati di eruzioni vulcaniche ben datate, che fungono da “cartoline” dal passato.
Le bolle di gas intrappolate nel ghiaccio offrono una visione dell’atmosfera di epoche passate, mentre gli inquinanti come il piombo permettono di interpretare le attività minerarie e industriali.
McConnell ha iniziato a sviluppare metodi per creare registrazioni dettagliate del piombo nel ghiaccio più di venti anni fa, applicandoli inizialmente a epoche più recenti; quando archeologi e storici vennero a conoscenza di questo lavoro, gli chiesero di applicare queste tecniche innovative al periodo romano, cercando risposte a domande storiche irrisolte. “La ricerca risultante ha cambiato la nostra comprensione dell’epoca trovando collegamenti precisi tra i registri di inquinamento da piombo e eventi storici, come i cali della popolazione associati a epidemie e pandemie periodiche“, aggiunge il coautore e storico Andrew Wilson dell’Università di Oxford.
Una crescente consapevolezza dei danni dell’inquinamento da piombo
L’inquinamento da piombo nell’antichità derivava principalmente dall’estrazione dell’argento, in cui il minerale ricco di piombo, la galena, veniva fuso per estrarre l’argento e per ogni oncia di argento ottenuta, questo processo produceva migliaia di once di piombo, gran parte del quale veniva rilasciato nell’atmosfera.
Nel XX secolo, l’inquinamento da piombo proveniva soprattutto dalle emissioni di veicoli alimentati con benzina piombata. Dopo l’approvazione del Clean Air Act negli Stati Uniti nel 1970, che limitava l’uso di benzina piombata, i ricercatori hanno monitorato il drastico calo del piombo nel sangue umano; l’esposizione nazionale, in particolare per i bambini nati tra il 1950 e il 1985, ha permesso agli scienziati di tracciare gli effetti del piombo sulla salute e sullo sviluppo cognitivo.
“Man mano che l’inquinamento da piombo è diminuito negli ultimi 30 anni, è diventato sempre più evidente per epidemiologi ed esperti medici quanto il piombo sia dannoso per lo sviluppo umano“, afferma McConnell.
Negli adulti, alti livelli di esposizione al piombo sono associati a infertilità, anemia, perdita di memoria, malattie cardiovascolari, cancro e ridotta risposta immunitaria, tra altri effetti. Nei bambini, anche bassi livelli di esposizione sono stati collegati a riduzioni del QI, difficoltà di concentrazione e scarso successo accademico.
Sebbene i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti considerino un livello di piombo nel sangue di 3,5 µg/dl il limite per interventi medici nei bambini, affermano che non esiste un livello di esposizione al piombo privo di rischi.
“Il piombo è noto per avere una vasta gamma di impatti sulla salute umana, ma abbiamo scelto di concentrarci sul declino cognitivo perché è qualcosa che possiamo quantificare“, afferma il coautore dello studio Nathan Chellman, assistente professore di idrologia della neve e del ghiaccio presso il DRI. “Una riduzione del QI di 2-3 punti potrebbe non sembrare significativa, ma applicata all’intera popolazione europea diventa un problema di grande portata.”
Lo studio ha rilevato che l’inquinamento atmosferico da piombo iniziò durante l’età del ferro e raggiunse un picco alla fine del II secolo a.C., al culmine della Repubblica Romana e successivamente diminuì bruscamente nel I secolo a.C., durante la crisi della Repubblica Romana, per poi aumentare intorno al 15 a.C. con l’ascesa dell’Impero Romano.
L’inquinamento da piombo rimase elevato fino alla peste antonina (165-180 d.C.), che colpì gravemente l’Impero Romano; solo nel Medioevo, all’inizio del II millennio d.C., l’inquinamento da piombo nell’Artico superò i livelli sostenuti dell’Impero Romano.
Secondo la ricerca, oltre 500 kilotoni di piombo furono rilasciati nell’atmosfera durante i circa 200 anni di massimo splendore dell’Impero Romano.
Sebbene i registri delle carote di ghiaccio mostrino che l’inquinamento da piombo nell’Artico raggiunse livelli fino a 40 volte superiori durante il massimo storico nei primi anni ’70, lo studio dimostra come “gli esseri umani abbiano influenzato la propria salute per migliaia di anni attraverso l’attività industriale”, conclude McConnell.