Sundar Pichai ha iniziato con una battuta, dicendo: “Innanzitutto, lasciami dire che amo mia moglie. Perché potrebbe ascoltarmi in questo momento”. Tuttavia, ha poi affrontato la questione in modo serio, spiegando come l’IA stia diventando sempre più capace di interagire con gli esseri umani in modo naturale e profondo.
L’IA, oggi, può essere utilizzata per conversare e può rappresentare un ottimo strumento per chi ha difficoltà di comunicazione. Pichai ha sottolineato che l’IA può anche essere usata per preservare i ricordi dei propri cari, suggerendo che in futuro le persone potrebbero sviluppare relazioni significative con questi assistenti digitali avanzati, chiamati AI Agent.
L’idea che le persone possano innamorarsi di un’IA non è più solo fantascienza. Il New York Times ha recentemente parlato dell’ “era Her”, riferendosi al film di Spike Jonze del 2013, dove il protagonista sviluppa una relazione intima con un’intelligenza artificiale. Pichai crede che ci sia effettivamente la possibilità di relazioni profonde tra esseri umani e IA, specialmente man mano che la tecnologia diventa più sofisticata.
Sundar Pichai: una tecnologia con un grande potenziale
Sundar Pichai ha condiviso il momento in cui si è innamorato professionalmente dell’IA, ricordando una demo del team Google Brain, oggi noto come Google DeepMind. “Il momento in cui mi hanno mostrato come una rete neurale potesse riconoscere un gatto è stato un’illuminazione: ho capito che questa tecnologia avrebbe funzionato”, ha detto.
Cresciuto in India, Sundar Pichai ha sempre visto internet come uno strumento democratico che ha cambiato il mondo. Egli ritiene che l’IA abbia lo stesso potenziale di internet per migliorare l’accesso alle informazioni e ridurre le disuguaglianze, fornendo a più persone opportunità educative e sanitarie che altrimenti sarebbero fuori dalla loro portata.
Per questo motivo, Google si impegna ad affrontare l’IA in modo responsabile, cercando di mitigare i possibili aspetti negativi di questa tecnologia. La sfida è inseguire il progresso senza trascurare l’importanza di un approccio etico e responsabile.
E tu, cosa ne pensi? Pensi che un giorno potremmo davvero innamorarci di un’intelligenza artificiale? Scrivi nei commenti la tua opinione e partecipa alla discussione!