Recuperare un’impronta da un bossolo sparato sembrava impossibile.
Il calore e la pressione dell’esplosione cancellano qualsiasi traccia biologica, rendendo invisibile ogni segno del tocco umano. Ma un gruppo di ricercatori della Maynooth University in Irlanda ha trovato una soluzione che potrebbe cambiare il lavoro degli investigatori in tutto il mondo.
La tecnica, pubblicata sulla rivista Forensic Chemistry (Elsevier, ottobre 2025), permette di rilevare impronte digitali su bossoli esplosi in modo rapido, non tossico e a basso costo.
La scoperta della Maynooth University: come rivelare le impronte sui bossoli

Il team guidato dalla professoressa Eithne Dempsey, esperta di chimica analitica e direttrice del gruppo di scienze forensi della Maynooth University, ha ideato un metodo basato su una semplice reazione elettrochimica.
Basta inserire il bossolo, di solito in ottone, in una piccola cella contenente una soluzione di polimeri conduttivi biodegradabili.
Applicando una leggera tensione elettrica con un dispositivo chiamato potenziostato, le molecole del polimero si depositano negli spazi microscopici lasciati dalle creste delle impronte digitali.
In pochi secondi si forma un disegno chiaro e ad alto contrasto, visibile anche a occhio nudo.
“La nostra tecnica mostra creste di impronte digitali che sarebbero invisibili dopo lo sparo,” spiega Dempsey. “È un passo avanti che può trasformare le indagini balistiche.”
Tecnica elettrochimica e potenziostato portatile: un kit per la scena del crimine
Il potenziostato è uno strumento compatto, grande quanto un telefono cellulare.
Questo apre la possibilità di sviluppare kit portatili che gli investigatori potranno usare direttamente sulla scena del crimine, senza dover inviare i reperti ai laboratori centrali.
Secondo i primi test, la tecnica riesce a rilevare impronte anche su bossoli vecchi di oltre 16 mesi, mantenendo un’ottima definizione delle creste.
Un risultato che finora nessun altro metodo aveva ottenuto con la stessa semplicità.
Rispetto alle tecniche tradizionali basate su polveri, vapori chimici o laser, il nuovo approccio offre vantaggi concreti:
- Non usa sostanze tossiche;
- Richiede poca energia e si esegue in pochi secondi;
- È economico e portatile;
- Non danneggia la superficie metallica del bossolo.
I vantaggi del metodo e i test di validazione in corso

Prima che questa tecnologia possa entrare nei protocolli ufficiali di polizia, dovrà superare rigorosi test di validazione.
Ogni nuovo metodo forense deve garantire ripetibilità e affidabilità per essere ammesso in tribunale.
Il team della Maynooth University sta collaborando con laboratori di polizia irlandesi e britannici per testare la tecnica in condizioni reali, valutando l’effetto di ossidazione, residui di polvere da sparo e manipolazioni successive.
La fase successiva sarà la revisione da parte dell’European Network of Forensic Science Institutes (ENFSI), l’organismo europeo che definisce gli standard per le analisi forensi.
Un nuovo strumento per le indagini
Se confermata, questa scoperta potrebbe rivoluzionare le indagini balistiche.
Non solo per capire chi ha sparato, ma anche chi ha caricato l’arma, un dettaglio spesso decisivo nelle ricostruzioni giudiziarie.
“Il nostro obiettivo è creare un sistema pratico, rapido e sostenibile,” ha dichiarato Dempsey. “Con una tecnologia di questo tipo, un singolo bossolo può raccontare molto di più di quanto immaginiamo.”
La scienza forense compie così un passo avanti verso un futuro in cui le prove parlano da sole, anche dopo l’esplosione di un colpo.
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