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NotiziaCuriosità e rumor

Impianto cerebrale miniaturizzato: il 1º paziente per la cura del Parkinson

Giorgio Alberto Tarantino 3 anni fa Commenta! 5
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Il primo paziente a ricevere un impianto cerebrale miniaturizzato per il trattamento dei sintomi del morbo di Parkinson ha descritto i miglioramenti generati dal dispositivo come “sorprendenti”.

Tony Howells, il paziente che nel novembre del 2020 ha ricevuto questo impianto cerebrale miniaturizzato, il quale è composto da un sistema di stimolazione cerebrale profonda (DBS di cui ti abbiamo già parlato in questo articolo), afferma che ora può camminare per diversi km alla volta e persino giocare a golf, cosa che non era possibile prima del suo intervento chirurgico.

Impianto cerebrale miniaturizzato

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Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce il cervello e il corpo, causando tremori, rigidità muscolare e declino cognitivo, e sebbene non esista una cura per la condizione, la DBS ha mostrato risultati promettenti come il trattamento per la disfunzione motoria in alcuni pazienti.

La tecnica prevede la stimolazione elettrica diretta di regioni cerebrali mirate, anche se il costo e la complessità dell’inserimento di dispositivi DBS significano che meno del cinque percento dei pazienti di Parkinson in tutto il mondo attualmente ne ha uno. I sistemi esistenti includono batterie troppo grandi per stare sotto il cranio, tipicamente poste nel torace e collegate al cervello tramite fili che corrono attraverso il collo.

Tuttavia, i ricercatori del North Bristol NHS Trust nel Regno Unito stanno ora conducendo una sperimentazione clinica di un mini sistema DBS che è circa un terzo delle dimensioni di quelli esistenti. Il dispositivo contiene una batteria abbastanza piccola da essere impiantata direttamente nel cranio, dove può stimolare il cervello senza bisogno di cavi ingombranti.

I progetti futuri e l’esperienza del primo paziente con un impianto cerebrale miniaturizzato

Impianto cerebrale miniaturizzato

Si spera che il nuovo impianto cerebrale miniaturizzato renda l’intervento chirurgico di impianto più veloce, più economico e meno complesso, rendendo così la DBS un’opzione praticabile per più pazienti.

“L’intervento è stato rapido e con mio grande stupore, quando mi sono svegliato non ho sentito dolore. L’impatto è stato sorprendente, la distonia che è un effetto collaterale del farmaco è scomparsa”.

ha detto il signor Howells, che poi, sempre per quanto riguarda la sua personale esperienza, ha aggiunto:

“Ora posso camminare per due miglia o più, mentre prima della DBS potevo fare circa 200 iarde, dopodiché ero costretto a doermi riposare. Sono tornato a giocare a golf, non come prima, ma probabilmente è dovuto alla vecchiaia che sta recuperando terreno; ma almeno sono tornato a giocare”.

La sperimentazione clinica in corso vedrà 25 pazienti dotati del nuovo impianto cerebrale miniaturizzato e verranno poi monitorati per un anno.

Commentando questo successo iniziale di questo impianto cerebrale miniaturizzato, il ricercatore capo, il dottor Alan Whone, ha dichiarato:

“[…] siamo lieti di come questo primo caso sia andato in sala operatoria e di come i sintomi del paziente siano stati migliorati nell’ultimo anno. Speriamo che, se questi risultati dovessero reggere, avremo un significativo progresso tecnico grazie al quale migliorare la cura del Parkinson in tutto il mondo“.

Impianto cerebrale miniaturizzato

Il dottor Whone ha dichiarato ad i nostri colleghi di IFLscience che la DBS esiste dal 1995 e più di 200.000 persone hanno avuto questa terapia fino ad oggi, e che quello che stanno valutando è il vantaggio di un dispositivo DBS miniaturizzato che è più facile da impiantare, senza aspettarsi risultati clinici migliori rispetto ad un DBS convenzionale, tuttavia stanno valutando se l’approccio della batteria montata sul cranio consente un intervento chirurgico più rapido e meno complesso.

Anche se lo studio avrà successo tuttavia, il trattamento sarà probabilmente benefico solo per circa il dieci percento dei pazienti con Parkinson. Parlando con BBC News, il dottor Whone ha spiegato che più il paziente è anziano, o se ha problemi di memoria come parte delle conseguenze dovute al Parkinson, questa soluzione di impianto cerebrale miniaturizzato potrebbe non essere adatta.

Tuttavia, nel caso in cui il paziente dovesse essere una persona giovane che può subire un intervento chirurgico al cervello o che comunque reagirebbe meglio all’intervento, allora diventa molto più probabile che l’installazione di un impianto cerebrale miniaturizzato possa essere una soluzione.

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