La crescente difficoltà nel distinguere tra immagini reali e quelle immagini generate dall’intelligenza artificiale (IA) sui social media è un fenomeno complesso, influenzato da diversi fattori.
Il realismo delle immagini generate dall’intelligenza artificiale
Le moderne tecnologie di IA, come DALL-E e Stable Diffusion, sono in grado di creare immagini estremamente realistiche.
Uno studio condotto dall’Università di Waterloo ha rivelato che circa il 40% dei partecipanti non è riuscito a distinguere tra volti reali e quelli generati artificialmente e questa capacità di generare contenuti visivi convincenti rende sempre più arduo per gli utenti identificare l’origine delle immagini.
Limitata consapevolezza e alfabetizzazione digitale
La rapida evoluzione delle tecnologie di IA ha superato la capacità di molti utenti di aggiornarsi e comprendere appieno queste innovazioni e la mancanza di alfabetizzazione digitale specifica sull’IA (anche se in realtà il discorso di alfabetizzazione digitale o meno è un argomento estremamente più complesso) e sui suoi strumenti contribuisce alla difficoltà nel riconoscere contenuti generati artificialmente; la fiducia implicita nelle immagini come rappresentazioni fedeli della realtà può indurre gli utenti ad accettare senza riserve ciò che vedono online.
Sfruttamento delle immagini generate dall’IA per la disinformazione
Non è affatto raro, infatti, che le immagini create dall’IA vengono talvolta utilizzate per diffondere disinformazione sui social media.
d esempio, alcuni account sfruttano immagini generate artificialmente per aumentare l’engagement o promuovere contenuti ingannevoli e questa pratica non solo amplifica la diffusione di informazioni false, ma mina anche la fiducia degli utenti nei contenuti visivi condivisi online.
Sfide nel rilevamento umano dei contenuti generati dall’IA
Studi accademici hanno evidenziato che gli esseri umani faticano a distinguere tra media autentici e quelli generati dall’IA.
Una ricerca ha mostrato che i partecipanti spesso non riescono a identificare correttamente immagini, video o audio sintetici, indicando che l’affidamento esclusivo sulle capacità percettive umane non è sufficiente per rilevare tali contenuti.
Non è solo un problema di alfabetizzazione digitale e di immagini generate dall’IA
Il pubblico in generale non sempre è stato “sveglio”.
Mi spiego meglio, a metà anni 2010 non era raro vedere pseudo giornali di notizie fasulle che scimmiottavano i giornali più popolari (come il giomale che scimmiottava “il giornale”), nonostante in alcuni di questi ci fosse scritto a chiare lettere che erano siti di notizie fasulle o satirici.
Ci sono anche stati casi di video girati con mezzi di fortuna (fotocamere economiche, telefoni a poco prezzo) che spesso erano fatti per ridere ma ai quali la gente credeva in ogni caso.
Questo non è un problema proprio del mondo digitale, ma è un problema che lo spirito critico e “visivo” andrebbe allenato già nel mondo analogico! Non è solo questione di riconoscere o meno immagini generate dall’intelligenza artificiale, ma serve comunque un certo spirito critico che sviluppa già nel mondo analogico!
Anche video amatoriali girati con telefoni economici o fotocamere di fortuna, spesso creati per scopi umoristici, venivano fraintesi; ad esempio, questo video del 2017 mostrava mais che “spontaneamente” si trasformava in popcorn a causa di un’ondata di calore.
Nonostante fosse un evidente scherzo, molti lo interpretarono come reale, ignorando dettagli scientifici basilari: temperature molto superiori ai 35-40°C sarebbero necessarie per ottenere popcorn, e non tutte le varietà di mais sono adatte a questo processo.
Questi esempi mostrano che la sfida principale non è solo riconoscere immagini generate dall’IA, ma sviluppare uno spirito critico che dovrebbe nascere già nel mondo analogico!
Questo per dire che cambiano i mezzi, ma purtroppo la mancanza di spirito critico rimane…
Conclusioni
La combinazione di tecnologie di IA avanzate, una limitata alfabetizzazione digitale e l’uso deliberato di immagini generate per scopi ingannevoli contribuisce alla crescente difficoltà nel distinguere tra immagini reali e artificiali sui social media.
Per affrontare questa sfida, è essenziale promuovere l’educazione digitale, sviluppare strumenti di rilevamento più efficaci e incoraggiare una maggiore trasparenza nell’uso dei contenuti generati dall’IA.