Un’immagine senza precedenti ci mostra un sistema solare in fase di formazione. Il telescopio spaziale James Webb ha fotografato un disco protoplanetario, una struttura di gas e polveri che sta dando vita a nuovi pianeti attorno alla giovane stella HH30, situata a circa 450 anni luce dalla Terra.
La scoperta, pubblicata su The Astrophysical Journal, è frutto del lavoro di un team di ricerca guidato da Ryo Tazaki dell’Università di Grenoble Alpes e dell’Università di Tokyo. L’osservazione fornisce dettagli straordinari su uno dei momenti più misteriosi dell’evoluzione stellare: la nascita dei pianeti.
Un arcobaleno cosmico: come si forma un sistema planetario?
L’immagine di HH30 ottenuta dal Webb mostra il disco di gas e polveri visto di taglio, rivelando una sezione trasversale del sistema in formazione. Questo disco non è altro che il materiale residuo della stella appena nata, un sottile strato di particelle che orbitano attorno al suo centro luminoso.

Parte di queste polveri viene dispersa nel vento stellare, creando spettacolari getti che si estendono sopra e sotto il disco. Le particelle più leggere vengono spinte più lontano, mentre quelle più dense collassano progressivamente, aggregandosi fino a formare corpi sempre più grandi: i futuri pianeti.
Non tutti i materiali del disco diventeranno pianeti. Alcuni verranno risucchiati nuovamente dalla stella, altri formeranno asteroidi, lune e anelli di detriti, contribuendo a dare forma a un sistema complesso, simile al nostro Sistema Solare primordiale.
Un’occhiata unica ai primi stadi della formazione planetaria
Le immagini di Webb offrono un’opportunità senza precedenti per studiare i primissimi momenti della nascita di un sistema planetario. Fino ad ora, la maggior parte degli studi si è concentrata su sistemi più maturi, ma questa nuova osservazione ci permette di analizzare i meccanismi che regolano la stratificazione dei materiali e l’accrescimento dei pianeti nei loro stadi iniziali.
Oltre ai dati di Webb, gli astronomi stanno utilizzando strumenti come ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) dell’ESO (European Southern Observatory) in Cile, per confrontare diverse lunghezze d’onda e ottenere una visione ancora più completa del processo.
Cosa significa questa scoperta per la ricerca spaziale?
Comprendere la formazione dei pianeti non è solo un esercizio accademico: ci aiuta a ricostruire la storia del nostro Sistema Solare e a identificare quali condizioni siano necessarie per la nascita di mondi abitabili.

Grazie a strumenti come Webb, gli scienziati possono finalmente osservare dal vivo come nascono i pianeti e fare ipotesi più precise sulla loro evoluzione. Potremmo essere più vicini che mai a capire come e dove si formano i mondi simili alla Terra.
E tu, pensi che un giorno riusciremo a vedere un pianeta nascere in tempo reale? Dicci la tua nei commenti!