Un video diventato virale mostra un robot umanoide capace di resistere a un dropkick in pieno stile kickboxing senza perdere l’equilibrio. La scena ha scatenato reazioni contrastanti online: tra chi si chiede se sia il caso di preoccuparsi e chi nota che il robot “sembra proprio non gradire cadere”.
Dal laboratorio ACT di Shenzhen al web
La dimostrazione arriva dal Laboratorio Active Intelligent Systems (ACT) della Southern University of Science and Technology (SUSTech) di Shenzhen, in collaborazione con Unitree, l’azienda cinese che ha sviluppato il robot G1.
Il G1 è diventato uno dei modelli più usati nella ricerca sulla reinforcement learning, una tecnica che permette alle macchine di imparare nuove abilità in tempi molto rapidi.
Una resistenza fuori dal comune
Nel video, un ricercatore si lancia in un dropkick diretto al robot. Il G1 non cade, ma assorbe l’impatto e resta in piedi. Persino quando un pavimento instabile lo mette in difficoltà, il robot si rialza in meno di un secondo, pronto a riprendere il confronto.
Arti marziali e spettacolo
Non è la prima volta che il G1 mostra le sue doti da combattente. Lo abbiamo visto eseguire calci rotanti, combinazioni di pugni e persino affrontare un altro esemplare in un match dimostrativo durante il World AI Conference di Shanghai.
Queste performance non servono solo a stupire il pubblico: test così estremi permettono agli scienziati di migliorare i sistemi di controllo e la capacità dei robot di mantenere l’equilibrio anche in condizioni imprevedibili.
Quando le cose vanno storte
La tecnologia non è priva di rischi. In luglio, un test fallito della compagnia REK ha mostrato un G1 agganciato a un’imbracatura, con movimenti scoordinati e quasi incontrollabili. Video come questo ricordano che le prestazioni spettacolari non eliminano la possibilità di errori gravi.
Non solo combattimenti

Il G1, però, non viene usato soltanto per simulazioni da arti marziali. Alcuni sviluppatori hanno scelto strade più leggere e creative: negli Stati Uniti è comparso un robot ribattezzato “Jake the Rizzbot”, vestito con cappello da cowboy, che passeggia per le città lanciando complimenti invece di pugni.
Tra ricerca e cultura pop
Le reazioni al video mostrano come la robotica marziale generi allo stesso tempo stupore e inquietudine. Da un lato c’è l’ammirazione per l’agilità e la resistenza raggiunte, dall’altro la paura che macchine di questo tipo possano diventare strumenti potenzialmente pericolosi.
Una cosa è certa: la dimostrazione del G1 segna un nuovo passo nella corsa all’umanoide agile e resistente, capace non solo di camminare e correre, ma anche di reggere impatti che metterebbero a terra una persona.
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