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Lettura: Il piano di Musk per i dati sensibili degli americani fa tremare gli esperti di sicurezza
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Il piano di Musk per i dati sensibili degli americani fa tremare gli esperti di sicurezza

Massimo 7 ore fa Commenta! 3
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Se c’è una cosa che i professionisti della cybersecurity non amano, è vedere tutte le informazioni in un unico posto.
Eppure Elon Musk, insieme al suo tanto discusso Department of Government Efficiency (soprannominato DOGE), ha un piano: creare un mega database centralizzato con tutti i dati federali degli americani.
Sì, hai capito bene: un solo grande cesto pieno di uova. E gli hacker stanno già lucidando le forchette.

Contenuti di questo articolo
Un solo database per domarli tutti?Perché gli esperti gridano all’allarmePrivacy? Una parola scomodaLa risposta della Casa Bianca? Tutto sotto controllo (forse)

Un solo database per domarli tutti?

Oggi, i dati dei cittadini statunitensi sono sparsi in una miriade di enti diversi: sanità, immigrazione, previdenza, fisco, lavoro. Ognuno col suo sistema, i suoi permessi, le sue chiavi.
Un bel casino? Forse. Ma proprio questo caos controllato è una barriera preziosa contro gli attacchi informatici.

DOGE invece vorrebbe fare il contrario: unificare tutto in una banca dati enorme, accessibile trasversalmente dalle agenzie federali.
L’idea? Rendere il sistema più “efficiente”. Il risultato? Secondo molti esperti, un incubo per la sicurezza nazionale.

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“Se metti tutte le uova in un paniere, non devo cercarle: mi basta rubare il paniere.”
— Charles Henderson, Coalfire

Perché gli esperti gridano all’allarme

Privacy alter ego

A dirlo non sono solo i paranoici del web. Professionisti della sicurezza come Charles Henderson (Coalfire) ribadiscono un principio sacrosanto: segmentare è difendersi.
Se oggi un hacker buca un sistema, prende un pezzo. Domani, con tutto accentrato, rischiamo che si porti via il jackpot.

Ma non si parla solo di password o codici fiscali.
Parliamo di profili completi: stato di salute, lavoro, movimenti migratori, conti bancari. Tutto insieme. Tutto tracciabile. Tutto (potenzialmente) vulnerabile.

Privacy? Una parola scomoda

Anche i gruppi per i diritti civili sono preoccupati.
Combinare i dati di tutte le agenzie significa creare profili incredibilmente dettagliati dei cittadini.
E no, non è solo una questione tecnica. È anche una questione di potere: chi può accedere a tutto questo? E perché?

Faith Williams, del Project on Government Oversight, è chiarissima:

“Le persone dovrebbero avere accesso solo al minimo indispensabile. Non esiste la chiave master.”

La risposta della Casa Bianca? Tutto sotto controllo (forse)

Elon musk

Da Washington minimizzano. Secondo un portavoce ufficiale, DOGE sarebbe composto da “alcuni dei migliori cervelloni della cybersecurity americana”.
E ovviamente, “ogni azione è perfettamente legale”.

“Il presidente Trump sta guidando la modernizzazione dell’apparato federale, e DOGE ne è un pilastro.”

Tradotto? Più efficienza, meno burocrazia. Ma anche, volendo, più sorveglianza, più rischi, più domande senza risposta.

Rendere lo Stato più digitale non è di per sé una cattiva idea. Ma farlo senza ascoltare chi si occupa di sicurezza e privacy da decenni? Un po’ da incoscienti.

E tu che ne pensi? Meglio efficienza o protezione dei dati?
Facci sapere la tua, e se vuoi restare aggiornato su tutte le follie high-tech del momento, seguici su Instagram: @icrewplay_t

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