Dopo il tentativo di coltivare il mais fuori orbita, trapiantare una pianta di cotone sulla luna e la c.d. canna spaziale (che non è un involucro in cartina di cannabis con un THC superiore al debito nazionale) che interessa della canapa mandata oltre l’atmosfera terrestre, ecco che la NASA finanzia un nuovo progetto che vuole studiare il comportamento di alcuni vegetali con passaporto in regola per un volo suborbitale sul New Shepard.
Robert Ferl e Anna-Lisa Paul sono gli scienziati a capo del progetto per mezzo del programma Flight Opportunities della NASA, progetto che testa tecnologie che dal laboratorio vengono trasportate in una condizione di viaggio suborbitale e che permette di valutare se la tecnologia ha avuto progressi, ammortizzando i rischi per spedizioni future.
Le piante saranno studiate tramite telecamere e sensori spaziali in grado di rilevare le loro reazioni, l’eventuale sviluppo e il ciclo vitale che determina la crescita dei vegetali. Lo studio non riguarderà il lungo periodo, ma il breve poiché il progetto è interessato all’interazione in tempo reale delle piante col nuovo ambiente. La ricerca di Robert Ferl e Anna-Lisa Paul consentirà di capire, dopo aver studiato le reazioni della piante in laboratorio, se potranno essere migliorate le condizioni di viaggio nello spazio per le spedizioni successive.
Questo è uno dei test del programma Flight Opportunities, che ha in serbo altre sette progetti. Tra questi, molto interessante L’OSCAR, acronimo di Orbital Syngas Commodity Augmentation Reactor, su iniziativa di di Early Career, che studia un’innovativa metodologia tecnologica che verrà impiegata per trasformare i rifiuti umani in gas utili come metano, idrogeno e anidride carbonica. Questo servirà per ridurre il carico di rifiuti che gli astronauti inviati in orbita producono. Si calcola che per un equipaggio di quattro persone, mandate in missione per un anno, venga prodotta immondizia pari a 2.500 kg di rifiuti.