Il Delta del Po, situato nell’Italia nord-orientale, è una delle zone umide più estese e importanti del Mediterraneo, coprendo circa 500 km². Questo mosaico di lagune, paludi, spiagge e terreni agricoli, riconosciuto dall’Unesco come riserva di biodiversità, è ora sotto pressione a causa di nuove proposte di trivellazioni offshore per l’estrazione di gas nel mare Adriatico.
Negli anni passati, l’estrazione di gas nel Delta del Po ha causato gravi problemi di subsidenza, ovvero l’abbassamento del suolo. Negli anni ’50 e ’60, oltre 1.400 pozzi estraevano fino a 300 milioni di metri cubi di gas all’anno. Questo ha portato a un notevole sprofondamento del terreno, tanto che alcune aree del delta sono scese fino a quattro metri sotto il livello del mare.
Le conseguenze di queste attività si vedono chiaramente oggi: il territorio continua a sprofondare, costringendo a una lotta costante per tenere l’acqua a bada con pompe di drenaggio e barriere idrauliche.
I cambiamenti climatici e il Delta del Po
Oltre agli effetti delle trivellazioni, il Delta del Po deve affrontare anche le sfide imposte dai cambiamenti climatici. La regione soffre di periodi di siccità seguiti da piogge torrenziali che il terreno arido non riesce ad assorbire, e l’innalzamento del livello del mare che contamina l’acqua dolce dei fiumi con il sale. Questi cambiamenti stanno distruggendo la ricca biodiversità del delta, che ospita oltre 350 specie di uccelli e più di 1.000 specie di piante.
Nonostante i rischi già esistenti, il governo ha autorizzato la ripresa delle trivellazioni nell’alto Adriatico a causa della riduzione delle forniture di gas dovuta alla guerra in Ucraina. Gli esperti avvertono che queste nuove trivellazioni, anche se in mare aperto, potrebbero comunque causare ulteriori danni al fragile ecosistema del delta.
Secondo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, i benefici energetici sarebbero irrilevanti rispetto ai danni ambientali. Anche i sindaci locali e i gruppi ambientalisti esprimono forte preoccupazione, sottolineando che le trivellazioni potrebbero causare un collasso definitivo del Delta del Po.
Un futuro incerto
La situazione nel Delta del Po richiede una seria riflessione su come bilanciare le necessità energetiche con la salvaguardia dell’ambiente. Le comunità locali chiedono certezze e garanzie per proteggere il futuro di questo prezioso territorio e per assicurare la vivibilità delle loro comunità.
Cosa ne pensi? Crediamo che sia giusto continuare con le trivellazioni nonostante i rischi ambientali?