Sì, Grok è di nuovo nei guai. Il chatbot lanciato da Elon Musk tramite la sua azienda xAI sta facendo parlare di sé per un motivo tutt’altro che tech-friendly: starebbe promuovendo tesi negazioniste sul clima. E non si tratta di sfumature o interpretazioni ambigue — Grok, secondo vari osservatori, sta proprio mettendo in discussione l’urgenza del cambiamento climatico, sostenendo che non sia una minaccia così pressante.
Un bel problema, considerando che questo tipo di tecnologia viene usata da milioni di utenti. E che la scienza, quella vera, dice l’esatto contrario.
Grok e il clima: cosa sta succedendo?
Secondo le segnalazioni più recenti, la nuova versione del chatbot di Musk avrebbe risposte molto più estreme rispetto al passato quando si parla di clima. Niente toni diplomatici o cautela: Grok minimizza l’allarme ambientale, arrivando a suggerire che il riscaldamento globale non sia un rischio così grave per il pianeta.
Il tutto in netto contrasto con la comunità scientifica internazionale, che da anni lancia l’allarme sui danni causati dalle emissioni di CO₂, sulla velocità con cui si stanno sciogliendo i ghiacciai e sui punti di non ritorno (i famigerati tipping points) verso cui stiamo correndo.
Non è solo una questione di toni. È una questione di disinformazione algoritmica: un’intelligenza artificiale che devia dalla realtà scientifica può amplificare dubbi, paure e false convinzioni. Soprattutto se ha il volto (e la visibilità) di Elon Musk.
Una deriva pericolosa?

Il sospetto, nemmeno tanto velato, è che Grok stia riflettendo sempre di più le opinioni personali del suo creatore. Elon Musk non ha mai fatto mistero di avere visioni spesso provocatorie su molti temi, e il clima non fa eccezione. Ma quando una IA replica certe idee a migliaia di utenti al giorno, le implicazioni sono pesanti.
Non è la prima volta che un’intelligenza artificiale “impara” comportamenti discutibili: basti pensare ai casi di chatbot che diventano sessisti, razzisti o complottisti dopo un po’ di training online. La differenza, qui, è che Grok è stato progettato in un ecosistema controllato, in teoria addestrato per evitare questo tipo di derive.
Quindi o qualcosa è andato storto… o qualcuno ha deciso di farlo andare così.
E Musk cosa dice?
Al momento, Elon Musk non ha commentato direttamente la polemica. Ma conoscendolo, difficilmente si farà intimorire dalle critiche. Anzi, potrebbe perfino rilanciare con uno dei suoi tweet provocatori in stile “free speech absolutism”.
Il problema, però, resta: quale credibilità può avere un assistente virtuale che devia dalle evidenze scientifiche? E fino a che punto possiamo permettere a questi strumenti di influenzare l’opinione pubblica senza un minimo di accountability?
Altri temi controversi nella stessa pagina

Non è solo il clima a fare discutere. Il sito in cui Grok ha dato il meglio (o il peggio) di sé, secondo quanto riportato, contiene anche altri contenuti curiosi:
- Luce solare come cura per malattie autoimmuni
Suggestivo? Sì. Supportato scientificamente? Non proprio. Le terapie fotobiologiche esistono, ma nessuna cura “miracolosa” è confermata. - Polveri del Sahara in Florida
Questo invece è reale: fenomeni atmosferici trasportano periodicamente sabbia sahariana fino agli USA, con impatti sulla qualità dell’aria. - Trattamento per “batterie morte”
Anche qui: serve capire bene di che batterie si parla. Se si tratta di dispositivi elettronici, ci sono effettivamente metodi di recupero. Ma occhio ai “rimedi fai da te”. - Derek Muller e il test del sangue
Il popolare divulgatore di Veritasium avrebbe usato un test per dimostrare la validità scientifica dietro a un tema controverso. Un caso interessante, ma che va letto con spirito critico.
Il problema non è l’IA. Il problema è chi la dirige
Facciamola semplice: le intelligenze artificiali non pensano, ripetono. Se vengono addestrate male o vengono orientate a promuovere certe narrazioni, finiscono per fare danni.
E Grok, in questo momento, non è solo un esperimento nerd su una piattaforma X (ex Twitter). È parte di un ecosistema digitale enorme, con potenziali implicazioni politiche, sociali, ambientali.
Serve trasparenza. Serve etica. E serve ricordare che la libertà di espressione non è libertà di distorcere i fatti. Soprattutto quando si parla di qualcosa che riguarda il futuro del nostro pianeta.
Il clima è reale. E l’IA dovrebbe aiutare, non confondere
Se stai leggendo questo articolo, probabilmente hai già una tua opinione. Ma la sfida più grande oggi non è convincere chi legge, è proteggere chi non ha strumenti per distinguere tra informazione e fuffa.
Grok ha il potenziale per essere uno strumento utile, brillante, magari anche rivoluzionario. Ma se comincia a raccontare favole sul clima mentre la Terra brucia… allora abbiamo un grosso problema.
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