Meta torna a far parlare di sé, e stavolta lo fa con qualcosa di incredibile. Si tratta del suo braccialetto smart, capace di leggere i segnali elettrici dei muscoli del tuo polso e trasformarli in comandi digitali. E no, non è un concept aleatorio: stavolta c’è anche una pubblicazione su Nature a supporto.
Cos’è il sEMG-RD e perché tutti ne parlano

Il nome è un po’ da laboratorio (sEMG-RD), ma la promessa è chiara: controllare un computer senza mai toccarlo. Il braccialetto, già mostrato da Meta alla Connect 2024, si basa su sensori che leggono l’attività elettrica dei muscoli del braccio. Una sorta di interfaccia corpo-computer che ti permette di:
- muovere il cursore del mouse
- aprire app
- scrivere (sì, anche a mano)
- interagire in ambienti virtuali o aumentati
Tutto solo con i movimenti impercettibili del polso o delle dita, senza dover toccare nulla.
Cosa cambia rispetto ai prototipi precedenti?
Fino a poco tempo fa, dispositivi simili dovevano essere allenati su ogni singolo utente per funzionare. Ora, grazie a un nuovo sistema neurale sviluppato da Meta, il braccialetto riesce a riconoscere automaticamente i segnali del corpo di chiunque lo indossi, adattandosi in tempo reale.
Questo lo rende molto più realistico come dispositivo commerciale. Meno addestramento, più plug-and-play. E, finalmente, una prospettiva concreta per chi sogna una realtà aumentata davvero indossabile.
Più che gesti: pressione, forza e scrittura manuale
Non solo movimenti. Il nuovo software è in grado di percepire anche l’intensità del gesto, per esempio quanto stringi o rilasci un oggetto virtuale. Applicazioni? Tantissime:
- in VR/AR, per interagire con oggetti “reali”
- nel gaming, per aumentare immersione e controllo
- nella produttività, per scrivere o disegnare in aria con una naturalezza mai vista
E a proposito di scrittura: il braccialetto riesce già a trasformare i tuoi micro-movimenti in parole, a una velocità di circa 20,9 parole al minuto. Non è ancora da tastiera, ma per un dispositivo da polso è qualcosa di notevole.
Un game changer per l’accessibilità

L’altro aspetto importante? L’inclusività. Rispetto alle attuali tecnologie di tracking (come quelle basate su fotocamera nei visori come Meta Quest 3 o Apple Vision Pro), il braccialetto funziona solo leggendo i segnali elettrici del corpo. Niente bisogno di muoversi nel modo “giusto”, niente limiti visivi. Una svolta enorme per chi ha difficoltà motorie o visive.
Fantascienza? No, ricerca seria
Lo studio pubblicato su Nature segna un passaggio chiave: il prototipo funziona, e ha dati solidi a supporto. È ancora lontano da un prodotto di massa, ma la direzione è tracciata. E Meta, nel bene e nel male, continua a investire nel futuro di interfacce uomo-macchina sempre più naturali e immersive.
Diciamolo: stavolta il “like” glielo diamo con i muscoli del polso, non con il pollice su uno schermo.
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