Negli ultimi giorni alcune fonti, tra cui il Financial Times e The Verge, hanno riportato le testimonianze di alcune persone che lavorano per piattaforme social come YouTube e Facebook in qualità di moderatori. Un moderatore è colui che deve tenere sotto controllo ciò che viene pubblicato dagli utenti, andando ad eliminare eventuali contenuti dannosi per il pubblico.
A quanto pare questi lavoratori sono “costretti” ad accettare, nel momento in cui vanno a firmare il contratto di lavoro, di essere a rischio PTSD (Post-traumatic stress disturb, ovvero disturbo da stress post-traumatico). In effetti noi utenti semplici che utilizziamo le suddette piattaforme, siamo raramente messi di fronte a contenuti forti e ciò è solo merito di questi moderatori, i quali, d’altra parte, per moderare sono costretti a visionare chissà quanti contenuti non adatti ad un pubblico sensibile.
L’azienda che si occupa di assumere questi lavoratori è Accenture, la quale ha anche aggiornato i contratti dei moderatori già assunti in precedenza a questa modifica. Secondo le fonti, sui documenti da firmare vengono scritte queste parole: “Capisco che il contenuto che andrò a revisionare potrebbe essere sconvolgente. È possibile che revisionare tale contenuto potrebbe avere un impatto sulla mia salute mentale, e potrebbe anche portare ad un disordine da stress post-traumatico”.
Sembra che questo aggiornamento del contratto si stato inviato sia ai lavoratori USA che a quelli europei e sia stato rilasciato in seguito ad una politica condivisa sia da Facebook che da Google, che prevede per i moderatori dei social un supporto per la propria salute mentale. I due colossi americani non hanno lasciato gestire tutto ad Accenture, la quale offre ai lavoratori supporto tramite una hotline o un coach. La stessa azienda però fa una precisazione, ovvero che nessuno dei supporti forniti è composto da professionisti del campo, per cui non è possibile diagnosticare o trattare al meglio eventuali disordini mentali.