In questi giorni nel Parlamento italiano si è creato un po’ di caos per le autorizzazioni che consentirebbero l’installazione della rete 5G firmata Huawei. Il freno che ha causato parecchi disaccordi tra le diverse forze politiche pare sia dovuto alla censura di Trump, presidente degli Stati Uniti, e alle pressioni generali che gli Stati Uniti stessi stanno esercitando non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei, nei confronti della Cina, con il pretesto della “sicurezza nazionale“. Il Segretario di Stato USA Mike Pompeo aveva già lanciato, nell’ottobre del 2018, i primi segnali di presunte criticità nel caso in cui l’Italia avesse deciso si aprire le porte ad Huawei per l’installazione delle infrastrutture necessarie per il 5G.
L’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha fatto prendere un’altra piega alla collaborazione con la società guidata da Ren Zhengfei, dichiarando di tenere presente un’eventuale cooperazione con Huawei e smentendo la posizione del COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) che è un organo del Parlamento della Repubblica Italiana che si occupa di monitorare il controllo parlamentare sul lavoro praticato dai servizi segreti italiani. A difesa della posizione del Ministero dello sviluppo economico, Patuanelli ha chiarito durante un intervista alla Stampa: “Abbiamo varato una normativa che garantisce la sicurezza nazionale. Detta condizioni agli operatori nei mercati sensibili, cioè Tlc”.
L’ordinamento a cui fa riferimento Patuanelli è il c.d. Decreto Cyber, attivo dal 13 Novembre. Si tratta di una nuova legge che regolamenta il raggio operativo, ampliandolo, della sicurezza cibernetica nazionale, includendo nella rete 5G il “Golden power”, termine che indica le regolamentazioni della sicurezza nazionale e che attribuisce al Presidente del Consiglio poteri più marcati, così come recita l’articolo 5, in caso di: “Rischio grave e imminente per la sicurezza nazionale connesso alla vulnerabilità di reti” (art. 5).
L’Italia è quindi pronta a collaborare con Huawei, scansando gli echi e i bagliori che arrivano dagli Stati Uniti e che annunciano strategie di spionaggio del governo cinese? La conclusione di Patuanelli è significativa per quel che riguarda il simposio Italia-Cina: “Non si può sventolare la bandiera del libero mercato con una mano e quella del protezionismo con l’altra.[…] Huawei offre le soluzioni migliori ai prezzi migliori”.